Olanda, eutanasia per bambini malformati. Libero: “Rupe Tarpea”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2013 - 09:52 OLTRE 6 MESI FA

Olanda, eutanasia per bambini malformati. Libero: "Rupe Tarpea"AMSTERDAM – L’Olanda legalizza leutanasia per i bambini nati con gravi malformazioni. E il quotidiano Libero attacca la nuova proposta di legge che, salvo opposizioni, entrerà in vigore dal 2014.

La proposta di legge olandese prevede che se un neonato nasce con problemi di salute così gravi da impedirgli di sopravvivere, il medico che si occupa del caso può decidere di porre fine alla sua vita.

Per esempio, se ad un bambino è stato asportato il sistema polmonare, il medico potrà somministrare un farmaco che rilassa i muscoli e accelera la morte invitabile. Il tutto, secondo la legge, sotto il controllo delle autorità sanitarie. Ma secondo Mario Giordano di Libero si tratta di “nuovi Mengele”. Una misura, sottolinea il cronista, che potrebbe sottintendere la volontà di tagliare un costo economico.

“Un bambino potrà essere buttato giù dalla moderna rupe Tarpea soltanto perché ha una grave malformazione, e questo gesto (la soppressione del bebé) dev’essere considerato pure un grande atto di bontà perché limita la sofferenza sua e dei suoi genitori, come affermano i medici olandesi.

Ma certo: limita la sofferenza. Del resto la domanda è nota: valeva la pena di essere vissuta quella vita? E siccome nessuno si chiede mai chi stabilisce se una vita vale la pena di essere vissuta o no, andiamo avanti di gran lena: presto arriverà un’associazione di medici olandesi che proporrà di uccidere, per esempio, chi nasce cieco (poverino, non vedrebbe mai un tramonto) o magari zoppo (poverino, non correrebbe mai i cento metri). E ci spiegherà che lo facciamo nel suo interesse, ovviamente, lo facciamo per non farlo soffrire e non far soffrire i genitori. Ma sì, dai: non è venuto bene. Lo buttiamo via e lo sostituiamo con un altro, che non sia fallato. Non è meglio per tutti?

(…) I medici olandesi, sotto il manto ipocrita, sono spietati: bisogna intervenire, dicono, perché i bambini malati «impiegano tempi lunghi per spegnersi». Capito? Non ne vogliono sapere di morire, accidenti, restano lì aggrappati a quel frammento di vita, quale essa sia, vogliono riempirsi i polmoni con un respiro dopo l’altro, foss’anche l’ultimo non ci vogliono rinunciare, e non si rendono conto di essere soltanto un fastidio da spazzare via. O, forse, un costo da tagliare. Non può non venire il sospetto, infatti, che alla fine più che le condizioni di salute contano le condizioni economiche.

Puoi mantenere un figlio malato? Allora vive. Non lo puoi mantenere? Che problema c’è: lo buttiamo. (…) Ci sarà qualche associazioni di medici che dirà: «Impiega un tempo troppo lungo per spegnersi», pure lui. Ma come osa? Con quel che costa? Come si permette di restare inchiodato in poltrona davanti alla tv senza sentire l’urgenza di morire? Bisogna intervenire per togliere il fastidio. E, guardate che se lo facciamo, è solo per ridurgli le sofferenze. Perché siamo buoni. Ma sì, siamo buoni, buonissimi. E a forza di presunta bontà arriveremo, per l’ap – punto, a un passo da Mengele, anzi forse ci siamo già: avremo una selezione della specie, avremo l’eliminazio – ne dei deboli, forse avremo anche qualche bella convenienza economica, un bel risparmio da mettere nella finanziaria in stile olandese. Quello che non riesco più a capire è se, essendo così buoni e finanziariamente perfetti, avremo ancora la possibilità di dirci uomini”.