Olive distrutte dalla mosca killer: l’anno nero dell’olio italiano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Novembre 2014 - 12:32 OLTRE 6 MESI FA
Olive distrutte dalla mosca killer: l'anno nero dell'olio italiano

Olive distrutte dalla mosca killer: l’anno nero dell’olio italiano

ROMA – Crolla la produzione di olio di oliva. La produzione è crollata del 37% rispetto al 2013, con punte del -45% in due regioni d’eccellenza come l’Umbria e la Toscana. Colpa del clima che, con un caldo eccessivo durante la fioritura e piogge abbondanti in estate, ha favorito la diffusione della mosca olearia, uno dei peggiori nemici dell’olivo.

Un intero settore agricolo è finito in ginocchio, ma l’allarme è anche per i consumatori che si vedono costretti a fare i conti con prezzi alle stelle e il rischio crescente di truffe e sofisticazioni.

L’inchiesta di Repubblica:

Una bottiglia su tre dell’olio italiano se l’è bevuta una mosca terribile. E il prezzo di ciò che si è salvato è alle stelle. È l’anno nero dell’extra vergine d’oliva. Non se ne produce. Non se ne trova. Una tragedia per i coltivatori, un dramma per gli appassionati della bruschetta. Tutta colpa del clima pazzo e del concatenarsi di una serie di eventi negativi. A giugno l’unica vera ondata di calore ha provocato il disseccamento dei fiori compromettendo la produzione di frutti. Quelli sopravvissuti hanno poi dovuto combattere con alti tassi di umidità, piogge abbondanti, poco sole, condizioni ideali per malattie e attacchi parassitari. Come quello della famelica mosca. Che ha fatto strage. E come se non bastasse, a dare il colpo finale ad un settore che conta su 250 milioni di piante, garantisce impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative all’anno e un fatturato di 2 miliardi di euro, sono arrivate le tempeste di grandine. Quella del 19 settembre ha cancellato le olive da larga parte degli alberi in Toscana, terra d’eccellenza, dove il crollo produttivo ha toccato picchi del 90%, in media tra -70 e -50%.

Ma ovunque, nelle settimane scorse, i frantoi italiani hanno lavorato a scartamento ridotto e oggi, ad olive frante e olio fatto, il bollettino è dappertutto di guerra: più che dimezzata la produzione nel centro Italia, Umbria compresa, in Puglia e Calabria contrazione di oltre un terzo, in Campania e Sardegna -40%, -37% nel Lazio, in Sicilia -22%. Lo stivale piange in media un crollo della produzione di -35% e si attesta intorno alle 302mila tonnellate rispetto alle 464mila (dato Istat) della scorsa campagna. È una batosta per gli italiani che ogni anno consumano 12 chili di olio etravergine a persona. E la qualità, checché ne dicano i produttori, non è quella delle annate migliori, mentre i prezzi sono ovviamente in salita.

Olive distrutte dalla mosca killer: l'anno nero dell'olio italiano 01

I dati (foto da Repubblica)

L’olio italiano ha toccato in media punte di 4,40 euro al chilogrammo franco frantoio, un valore superiore di quasi il 50% ai livelli dell’anno scorso e che ha spazzato via il record del 2006. E siccome sui mercati esteri l’olio italiano tira sempre di più, il crollo della produzione è compensato da un aumento del 45% delle importazioni. Fenomeno che preoccupa per l’impossibilità di riconoscere il prodotto straniero per la mancanza di trasparenza in etichetta e per le immagini ingannevoli che si associano talvolta a marchi italiani acquistati da multinazionali straniere.

È la Coldiretti a lanciare l’allarme sull’invasione di olio di oliva straniero, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2014. “Se il trend sarà mantenuto – ha detto il presidente dell’associazione, Roberto Moncalvo – l’arrivo in Italia di olio di oliva straniero raggiungerà nel 2014 il massimo storico con un valore pari al doppio di quello nazionale che registra un produzione attorno alle 300mila tonnellate. In altre parole due bottiglie su tre riempite in Italia contengono olio di oliva straniero. Un consiglio: leggere bene l’etichetta, soprattutto nelle parti scritte con caratteri minuscoli”.