Ordine dei Camilliani, il Corriere: “Mazzette a Oliverio per evadere il Fisco”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Novembre 2013 - 13:52 OLTRE 6 MESI FA
Ordine dei Camilliani, il Corriere: "Mazzette a Oliverio per evadere il Fisco"

Ordine dei Camilliani, il Corriere: “Mazzette a Oliverio per evadere il Fisco”

ROMA –  Soldi e riciclaggio. Dietro la nomina — pilotata attraverso il sequestro di due prelati avversari — il superiore dell’Ordine dei Camilliani, padre Renato Salvatore e il suo commercialista di fiducia, Paolo Oliverio, puntavano agli affari. Questa la ricostruzione fin qui dell’inchiesta sulle nomine dell’Ordine dei Camilliani.

Ecco la nuova tappa del’inchiesta di Ilaria Sacchettoni sul Corriere:

Al civico 5 di via Gregoriana, silenziosa parallela di via Sistina, si entrava debitori e si usciva riabilitati. A ripulire la fedina fiscale dell’imprenditore di turno provvedeva il dominus dello studio «Consult Prima srl» Paolo Oliverio, commercialista esperto in tributi e apprezzato ben oltre i confini del barocco romano. I suoi affari con l’ordine dei Camilliani che a Casoria (Napoli) gestiscono uno degli ospedali più ricchi e indebitati d’Italia (vicenda quasi sovrapponibile a quella dell’Idi ) hanno condotto i magistrati a scoprire una verità che, finora, si credeva leggenda. L’esistenza di un vero e proprio service che, con la complicità di alcuni finanzieri infedeli, era in grado di azzerare i debiti con il fisco. Nelle settimane scorse, il Nucleo di polizia tributaria che indaga per conto del pm Giuseppe Cascini ha ascoltato l’imprenditore della «Topnetwork», ditta che aveva subito un controllo dell’Agenzia delle Entrate a giugno 2012: «La società aveva subito una verifica della suddetta Agenzia — racconta l’imprenditore — per un controllo incrociato eseguito nei confronti di due fornitori».
La contestazione riguardava «un importo lordo di circa 24milioni di euro». A fronte della quale i dirigenti della Topnetwork si affidano a Oliverio: «Avevo saputo che lo studio di Oliverio era legato allo studio del professor Raffaello Lupi (il riferimento potrebbe essere al tributarista, ndr)». Infine: «Preciso che abbiamo pagato l’onorario di circa ottanta-novantamila euro per la verifica, regolarmente fatturati dall’Oliverio». Più avanti il manager firmerà un contratto «per la gestione del contenzioso di cui c’era una parte fissa di circa 100mila euro e poi una fee (provvigione, ndr ) variabile, al risparmio sulla chiusura del contenzioso». Il commercialista dei Camilliani vantava «ottimi rapporti con la Guardia di Finanza» aggiunge l’imprenditore.
Il 6 novembre scorso, Paolo Oliverio viene arrestato assieme a padre Renato Salvatore, superiore dell’Ordine dei Camilliani e ai finanzieri Mario Norgini e Alessandro Di Marco per il sequestro di due prelati. Affiora immediatamente che il rapimento è solo un capitolo (sia pure rocambolesco) della avventurosa vita professionale di Oliverio. Dalle perquisizioni nel suo studio affiora anche la «Po & Partners Srl» società costituita a San Marino nel 2007 di cui è amministratore unico.
Intanto dall’inchiesta sul sequestro dei Camilliani, padre Rosario Messina e padre Antonio Puca, emergono i contorni di una mala gestio radicata. Tra appalti affidati ad imprenditori amici (come i Cricchi ad esempio) e corsi di formazione affidati a società amiche. Gli investigatori parlano di «un’attività di progressivo e inarrestabile depauperamento delle casse della Provincia Siculo Napoletana dell’Ordine, con particolare riferimento all’apertura di conti correnti nella Capitale». Perché alla fine, si sa, è qui, nel centro storico turistico di Roma che, fra capitelli e fontane, si vengono a ripulire i capitali sporchi.