Passa la finta riforma delle Province, Brunella Bolloli su Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2014 - 11:59 OLTRE 6 MESI FA
Passa la finta riforma delle Province, Brunella Bolloli su Libero

Passa la finta riforma delle Province, Brunella Bolloli su Libero

ROMA – “Disco verde al Senato, ora la questione Province passa alla Camera – scrive Brunella Bolloli su Libero – L’Aula di Palazzo Madama ha votato sì alla fiducia posta dal governo Renzi sul cosiddetto ddl Delrio che prevede lo svuotamento e la riorganizzazione delle Province. A favore del maxiemendamento, interamente sostitutivo del disegno di legge, hanno votato 160 senatori, contro 133″.

Erano presenti 296 senatori,con 293 votanti, una ventina gli assenti (anche tra i banchi del centrosinistra), e risultano nove voti in meno rispetto alla fiducia incassata il 25 febbraio. Insomma, non proprio un successone, ma il Senato ha dato il via libera e ora il provvedimento deve tornare alla Camera in terza lettura senza indugi, visto che il ddl scade il 7 aprile. Tra le novità contenute nel testo l’istituzione di dieci Città metropolitane, il trasferimento di alcune delle funzioni delle Province a Comuni e Regioni, la trasformazione degli organi provinciali in enti di secondo grado.

Sia il premier Matteo Renzi, sia il suo braccio destro e sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, hanno tirato un sospiro di sollievo per una norma che ha attraversato parecchi ostacoli e non è detto sia davvero risolutiva. Delrio ha twittato soddisfatto: «Un Paese più semplice e capace di dare risposte. Non più elezioni perle province e dopo 30 anni le Città metropolitane». Scampato pericolo quindi, nonostante lo stop and go dei giorni precedenti e la discussione tutt’altro che serena sul tema. Il rischio, insomma, era che la riforma amministrativa che si prefigura di abolire gli enti provinciali rimanesse ancora ferma ai box. Un po’ per l’opposizione dura del M5S, di Sel e di Forza Italia, con una spaccatura anche all’interno dei Popolari, un po’ perché una parte dell’opinione pubblica è ancora scettica sui reali vantaggi di una riorganizzazione che non sembra portare una riduzione di costi pubblici. Semmai, il contrario. Eppure, per il governo Renzi incassare il risultato della cancellazione delle Province,che porta la firma di Delrio, ex ministro degli Affari Regionali nel governo Letta, era fondamentale per mettere un’altra tacca nel libro delle promesse del rottamatore. Così importante da decidere, all’ultimo minuto, di porre la questione di fiducia per evitare incidenti di percorso. È stata la ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, a formalizzare la richiesta in Aula. Una decisione sufficiente a piegare tutte le resistenze presenti all’interno della maggioranza, che poi ha votato compatta, ad eccezione del gruppo dei Popolari “Per l’Italia”(centristi ex montiani) che ha registrato un voto in dissenso, quello del senatore Maurizio Rossi, mentre il collega Tito Di Maggio non ha votato affatto. Ha dato il suo assenso, invece,il leader Udc Pier Ferdinando Casini, che ha commentato: «Da anni riceviamo dei no alla richiesta di abolizione delle province sia a destra che a sinistra. Non sono il salvatore di questa maggioranza, sono il facilitatore». Di tutt’altro parere i grillini che non hanno lesinato critiche al provvedimento e all’azione del governo sia per bocca del capogruppo Maurizio Santangelo, sia on line con l’ideologo Paolo Becchi («Il Senato è riuscito a realizzare qualcosa che solo Crozza poteva immaginare: l’abolizione fittizia delle Province. Una presa per il c…»). Sarcastico anche l’azzurro Maurizio Gasparri che ha punzecchiato, a distanza, il ministro per le Riforme:«Spiace che non sia in Aula la Boschi», ha detto, «a quello che ho capito dovrebbe occuparsi anche di Riforme e che su questa materia avrebbe bisogno di fare molta pratica. Non parlo poi del ministro degli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta, la cui competenza nel ramo avremmo avuto il piacere di valutare oggi». E in Rete partono gli sfottò contro la finta abolizione delle Province.