“Per il ministero, Belen è meglio dell’orchestra Verdi”, Alberto Mattioli

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Dicembre 2014 - 09:55 OLTRE 6 MESI FA
"Per il ministero, Belen è meglio dell’orchestra Verdi", Alberto Mattioli

Belen (LaPresse)

ROMA – “Per il ministero Belen è meglio dell’orchestra Verdi” è il titolo dell’articolo a firma di Alberto Mattioli sulle pagine della Stampa di giovedì 18 dicembre.

Forse, per il ministero dei Beni culturali, Belen è più culturalmente rilevante di Verdi. Di certo, lo è della Verdi, intesa come l’ottima orchestra milanese che porta il nome del Maestro. Infatti il 29 ottobre scorso l’apposita Commissione ministeriale ha deciso che «Non c’è due senza te», il film interpretato dalla signora Rodriguez, è pellicola «di interesse culturale» e le ha assegnato un finanziamento pubblico di 200 mila euro.

Intanto, la Verdi aspetta dal ministero i tre milioni promessi per il 2014 e, già che ci siamo, anche un milione arretrato del ’13. E, in queste condizioni, rischia o di dover pesantemente ridimensionare la sua attività oppure di chiudere tout court. Una petizione ha già raccolto e inviato più di seimila firme al ministero per chiedergli di mantenere i suoi impegni. Il ministro, Dario Franceschini, per ora tace.

La Verdi è una cosa seria. Dal punto di vista artistico, per cominciare, ma si sa che qui criteri oggettivi di valutazione non ne esistono. Su quello gestionale, invece, sì. Quest’anno, l’orchestra ha già proposto al pubblico 450 appuntamenti, con almeno 200 concerti e moltissime iniziative per giovani e bambini. Il cartellone messo a punto per Expo è impressionante per quantità a varietà. E non è una novità. Nei suoi primi vent’anni, l’Orchestra ha creato 150 posti di lavoro a tempo indeterminato e 700 a termine, si è costruita da sola l’auditorium (su cui paga pure l’Imu), ha formato un pubblico affezionato e appassionato. Secondo una recente inchiesta del mensile «Classic Voice», i suoi orchestrali sono quelli che lavorano di più in Europa: escluse le tournée, 136 concerti l’anno (…)