Rassegna stampa. Polverini pensa alle dimissioni. Fiorito: “Non ho rubato”

Pubblicato il 20 Settembre 2012 - 09:10 OLTRE 6 MESI FA
Il Corriere della Sera 20-9-12

Il caso Lazio scuote il Pdl. Il Corriere della Sera: “Una giornata sull’orlo delle dimissioni. Il caso Lazio divampa, spuntano le foto di Renata Polverini a una delle feste-simbolo dell’uso disinvolto dei fondi pdl, due suoi assessori sono indagati e lei sale al Viminale per valutare l’ipotesi di lasciare”.

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La libertà non è un rischio. Editoriale di Pierluigi Battista:

“Non suscitano nessuna simpatia gli oltraggiatori della fede altrui, i professionisti della blasfemia, il bullismo esistenziale di chi offende con protervia i sentimenti religiosi di chicchessia. Ed era proprio indispensabile incendiare ancora le piazze islamiche con le vignette del Charlie Hebdo, mentre le autorità francesi annunciano per venerdì la chiusura di scuole e ambasciate e cercano di prevenire il peggio nelle strade di Parigi? È indispensabile però uscire dall’ipocrisia. La reazione rabbiosa e finanche omicida dei fondamentalisti che hanno messo a ferro e fuoco le ambasciate occidentali non ha come bersaglio una vignetta stupida o un filmaccio dozzinale, ma le democrazie che ne permettono la diffusione e non esercitano in modo sistematico la censura di Stato. Non vuole punire un singolo atto «blasfemo», ma odia gli Stati che non hanno i testi sacri come fondamento delle leggi. Considera la laicità un peccato, la libertà d’espressione un’empietà, una comunità non tiranneggiata dai guardiani dell’ortodossia un mondo marcio e meritevole di essere annientato”.

Baci e un furgone di rose. La favola ciociara di «Sissi» e «Batman». Articolo di Fabrizio Roncone:

“Questa non è una storia d’amore, è molto di più: è una favola ciociara. È la favola di Francescone «Batman» Fiorito e Samantha «Sissi» Reali.
Dentro ci troverete tutto: sentimenti e politica, potere, arroganza, lusso sfrenato. La favola non ha un lieto fine. Batman è accusato di peculato, era il capogruppo del Pdl alla Regione Lazio e se l’è goduta alla grande con i soldi del partito; Sissi è una donna ferita nell’animo (il soprannome le fu dato da bambina, aveva boccoli biondi e un visino incantevole da principessa: qui, a San Giovanni Incarico, boschi aspri che nascosero Fra’ Diavolo, parve predestinata)”.

Per approfondire: Fiorito interrogato per 7 ore: “Non ho rubato, ma se ho sbagliato pagherò”

La Repubblica 20-9-12

La Repubblica: “Ecco il sistema Polverini”. Allarme caro-carburanti. Il governo prepara la riduzione delle tasse. Il dossier di Lucio Cillis:

“Un sistema automatico che tagli le accise sui carburanti, cioè le imposte di fabbricazione, di almeno 4-5 centesimi evitando il perverso effetto moltiplicatore dell’Iva sul prezzo di benzina e gasolio (più sono cari, più aumenta l’Iva, essendo una percentuale). I ministeri dello Sviluppo e dell’Economia, come ha ieri annunciato in Parlamento il responsabile dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ci stanno lavorando. Vittorio Grilli e Corrado Passera stanno pressando i tecnici dei rispettivi dicasteri per arrivare ad un sistema semplice ma efficace, che porti un piccolo ritorno economico agli automobilisti tartassati. Un pressing che punta anche a inserire il nuovo meccanismo nel decreto sviluppo che sarà presentato entro fine settembre e che conterrà anche altri provvedimenti sull’auto, come le polizze standard che dovrebbero contenere il costo dell’Rc auto”.

Il toga-party alla vaccinara ancelle, maiali e champagne alla corte del governatore. Scrive Francesco Merlo:

Per approfondire: Dimissioni, Polverini tentenna: Vado, resto..Notte col Pdl, poi sale al Viminale

“Video e foto di questo ricevimento in costume che il festeggiato De Romanis, vestito da Ulisse, ha definito «sobrio e misurato», vanno molto al di là del cattivo gusto, del kitsch che in fondo è stato studiato da Gillo Dorfles come stile. Qui siamo nella pacchianeria grottesca e casuale, una vera sarabanda di puttanate, uno spettacolo di trivialità senza alcun nesso se si esclude l’idea che «semo romani» e dunque «semo pure greci». I grecoromani sono duemila, alcuni però vestiti da maiali con le mani che acchiappano cosce mentre le “puellae” in tunica si leccano i musi e finalmente la scrofa prende il posto della lupa capitolina. Direbbe forse Marcuse che l’Ergon metafisico del generone romano ha la meglio anche sull’Eros romantico da ammucchiata.
E lo sgangherato Vulcano, che sembra la controfigura dello Zampanò di Fellini mentre spezza le catene, è un consigliere comunale, un Paravia nientemeno, oggi con Storace, rampollo degli imprenditori degli ascensori. E ci sono pure l’assessore regionale Stefano Cetica, ex segretario della Polverini stessa, e Annagrazia Calabria, la più giovane deputata Pdl. Chi fa Mercurio e chi fa Plutone con una Olimpia Colonna nel ruolo della Medusa, e noi speriamo che questo ramo caduto sia anche cadetto”.

Il Giornale 20-9-12

Il Giornale: “Regione da rottamare”. Editoriale di Vittorio Feltri:

“Lo scandalo appena esploso nel Lazio e quello che cova sotto la cenere in Lombardia (ancora tutto da verifica­re, anzi da accertare) sono la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un vaso colmo di schifezze che provocheranno negli elettori altra nausea in aggiunta a quella a cau­sa della quale essi si stanno allontanando dalla politica. Un fenomeno da arginare e non da ali­mentare, sia chiaro, di cui però bisogna parlare senza ipocrisie. Il problema non è la gestione di questa o di quella Regione,ma l’esistenza stessa di detti en­ti nati male, cresciuti peggio e, infine, diventati centri di spesa allegra, quindi non enti soltanto inutili, anche dannosi. Da eliminare. Ovvio, al punto in cui siamo non sarà facile abolirli: sono macchine mastodontiche, hanno organi pleto­rici, vere e proprie idrovore che succhiano de­naro e non forniscono alcun servizio degno di nota. Conviene ricordare che i loro bilanci so­no assorbiti per oltre il 70 per cento dai costi ab­normi della sanità, un settore dove gli sprechi e le ruberie sono risaputi.”.

Il Fatto Quotidiano: “Polverini, tutti gli sprechi. La festa è finita”. Democratica, ma anche no. Editoriale di Marco Travaglio:

“Nel 1989, quando crollò il muro di Berlino, cadde anche il velo sulle vergogne che i moderati avevano accettato in nome dell’anticomunismo. Nel ‘ 92, quando si sbriciolò il muro di Bettino, quanti giustamente l’avevano combattuto persero la maschera e restarono nudi come il re della fiaba: la sinistra italiana, che già annusava il potere e si spartiva le future poltrone, fu spazzata via da B.: che era, sì, il peggior cascame del craxismo, ma fu anche il più lesto a capire che l’asse destra-sinistra era stato soppiantato dall’asse vecchio-nuovo. Si travestì da nuovo e vinse. Ora però è caduto anche il muro di Arcore. E quelli che stavano dall’altra parte s’illudono di raccattarne l’eredità. Senz’accorgersi che, senza più l’alibi e lo spauracchio dell’uomo nero che li ha tenuti in vita per vent’anni, hanno perso qualunque ragion d’essere. Un giorno, in un raro lampo di lucidità, D’Alema definì la sinistra “una malattia accettabile solo grazie all’esistenza di questa destra”. Infatti, ora che B. non c’è più, almeno sul proscenio, vengono a galla tutte le magagne del fronte opposto. E si comincia a capire che non tutti quelli che si opponevano a B. (o fingevano) lo facevano per motivi di principio: la questione morale anzi penale, la devastazione della Costituzione, il conflitto d’interessi, la posizione dominante sul mercato dei media, l’uso privato delle istituzioni. Ma solo perché B. stava “a destra” (peraltro a sua insaputa). Tant’è che, sulle questioni di principio, si sono sempre messi d’accordo con lui”.

Corviale, le promesse lunghe un chilometro. Articolo di Eduardo De Blasi:

“C’è il rumore di una fresatrice. Qualcuno, al quarto piano, sta edificando un muro di mattoni lasciando lo spazio regolare per una finestra. In via di Poggio Verde, a Roma, è una giornata di sole e non si vedono in giro esponenti politici di un qualche peso. Le elezioni, nella Capitale e in Regione, sono ancora sufficientemente lontane da una campagna elettorale. Corviale, si chiama così il palazzone di un chilometro che ci sovrasta. L’hanno finito di cementare qui nel 1982. Edilizia residenziale pubblica: per gli amanti del guinness il condominio più lungo d’Europa. SIMBOLO prima dell’utopia urbana (il palazzo autosufficiente lontano da tutto), e subito dopo della periferia degradata e irredimibile, da trent’anni il palazzone viene descritto come bisognoso di un qualche aiuto che poi, puntualmente, non arriva. Così lo stabile è mal tenuto: basta vedere i citofoni vandalizzati, le lamiere a protezione delle scale che sono crollate in più punti, ma non vengono sostituite “perché altrimenti dovremmo cambiarle a tutti i lotti”, o le cabine elettriche degli ascensori, con le serrature delle porte divelte: “Qui si allacciano abusivamente alla corrente”, spiega Angelo Scamponi, esponente del Cic (il Comitato Inquilini di Corviale, attivo in loco dagli anni ‘ 80) indicando un cavo di colore bianco che arriva da chissà dove ed entra in quel quadro elettrico”.

La Stampa 20-9-12

La Stampa: “Il caso Polverini scuote il Pdl”. Cacciatori di poltrone e bella vita. Editoriale di Luigi La Spina:

“C’ è una lettura politica immediata: lo scandalo alla Regione Lazio non sta devastando solo la destra romana, ma rischia di essere il detonatore di quella spaccatura nel Pdl nazionale che, ormai da qualche mese, è sempre più evidente. Tra il gruppo degli ex An e quello degli ex Forza Italia, il collante di Berlusconi non basta più, perché non assicura più l’unica condizione che lo sigillava, la probabilità della vittoria. Ma le convulsioni della giunta Polverini, in una agonia che trascina la sua fine oltre la decenza, dopo i casi Lusi, Penati, Lombardo, Formigoni suggeriscono una riflessione più profonda e qualche domanda inquietante.Gli interrogativi sono almeno due. Che razza di classe politica e amministrativa è stata allevata in Italia negli ultimi anni? Con quali metodi di formazione è stata coltivata e con quali criteri si è selezionata la carriera dirigente?”.

Scandalo Regione Lazio. Intervista di Grazia LongoCarlo De Romanis, vicecapogruppo Pdl regionale:

“La festa? Guardi che alcuni possono pensare che sia sta un’occasione trash, ma era solo una goliardata, pagata di tasca mia, e ribadisco di tasca mia, che non c’entra niente con la festa a Cinecittà millantata da Fiorito e annullata perché costava oltre 40 mila euro”.

Il Sole 24 Ore: “Le casse superano gli esami”. Se il mondo vince la sfida della liquidità. Editoriale di Luigi Guiso:

“Le banche centrali dei principali paesi stanno stringendo d’assedio la grande recessione. Dopo la decisione della Banca centrale europea di intervenire in modo risoluto nel vecchio continente per bloccare la crisi del debito sovrano e dopo l’annuncio della Fed, dall’altra parte dell’Oceano, di varare un massiccio programma di immissione di liquidità al ritmo intenso di 40 miliardi di euro al mese, è ora il turno dell’estremo oriente. La banca centrale del Giappone ha deciso di seguire la stessa rotta. Essa si unisce alle altre due banche centrali, rafforzando in modo sostanziale il suo programma di espansione monetaria passando da 70 a 80 miliardi di yen di acquisti di titoli e quindi di immissione di liquidità nonché estendendo la durata degli interventi e mantenendo tassi di interesse prossimi a zero per un periodo di tempo più lungo”.

 Il Messaggero: “Polverini, pronte le dimissioni”. La svolta adesso o mai più. Editoriale di Alessandro Barbano:

“Renata Polverini deciderà nelle prossime ore se lasciare di fronte ai mercanteggiamenti del Pdl, arroccato nella difesa del capogruppo Francesco Battistoni e avvitato in un conflitto insanabile. Le dimissioni sarebbero una presa d’atto dell’irresponsabilità morale, ma soprattutto dell’irrilevanza politica di una maggioranza che sta sprecando anche l’ultima occasione per dare una svolta a quel che resta della legislatura. Se dopo tre giorni di ultimatum, appelli e trattative sotto gli occhi di un Paese sconcertato per ciò che accade, nulla che pure lontanamente somigli alla politica, alle sue forme e ai suoi valori, compare nelle stanze del Consiglio regionale del Lazio allora è giusto che il sipario cali. E almeno oscuri una rappresentanza fondata su una cooptazione di quarta scelta che, in mancanza di partiti degni, associazioni e reti capaci di rappresentare una reale cinghia di trasmissione con la società, ha portato nel Palazzo vere e proprie aggregazioni del demerito sociale”.