Poste prende tempo per valutare il piano Alitalia-Etihad

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Luglio 2014 - 12:50 OLTRE 6 MESI FA
Poste chiede garanzie su Alitalia

Francesco Caio (LaPresse)

ROMA – Poste chiede garanzie su Alitalia e più tempo per la privatizzazione. Sulla compagnia: “Nuovi investimenti solo dopo un’analisi attenta dei ritorni”.

Scrive Alessandro Barbera sulla Stampa:

C’è un nuovo consiglio di amministrazione, un nuovo capoazienda, un nuovo presidente. C’è la decisione del governo di portare in Borsa fino al 40 per cento delle azioni, ma non è ancora deciso quando e come. Se separando le attività, creando una public company, oppure mettere sul mercato tutta insieme una società che fa cose diverse fra loro. La privatizzazione avrebbe dovuto avvenire entro la fine dell’anno, ma ai vertici di Poste non è passata inosservata la procedura un po’ affrettata con cui è stata messa sul mercato Fincantieri, e la decisione del Tesoro di rinunciare ad offrire un terzo delle azioni per via dello scarso interesse degli investitori istituzionali.

Il cronoprogramma delle riforme vorrebbe che il dossier accelerasse, ma Caio non vuole correre il rischio di fare scelte che possano indebolire l’azienda. Il comunicato approvato ieri dal consiglio di amministrazione lo dice chiaramente: «La quotazione è un progetto di respiro strategico e va realizzata nelle migliori condizioni possibili, nell’interesse dell’azionista, dei futuri investitori». Del resto le modalità della privatizzazione non potranno prescindere da quel che si deciderà di fare con l’investimento in Alitalia.

Da quando Poste decise di investire nella moribonda compagnia italiana – era meno di un anno fa – sembra passato un secolo. «L’interesse di Poste continua ad essere legato alle sinergie industriali e commerciali da realizzare nella logistica», dice il comunicato. Valuteremo «eventuali nuovi investimenti solo dopo un’attenta analisi dei ritorni economici e finanziari». Fonti di governo garantiscono che da parte di Poste non c’è nessuna volontà di cedere il passo. Non potrebbe dire diversamente: le due grandi banche azioniste della compagnia – Intesa e Unicredit – sono sempre più riluttanti, e Poste resta l’unico soggetto italiano di peso insieme ai Benetton e Colaninno. Ma in prospettiva Caio potrebbe rivedere i suoi piani, e diluire la sua quota già con l’imminente aumento di capitale che darà ad Etihad la guida della compagnia. A meno di non convincersi che quell’investimento possa essere davvero un affare. È quel che ha detto chiaramente ieri in un vertice a Palazzo Chigi. «La settimana prossima ci sarà il rush finale», dice il ministro Lupi. Resta da trovare l’accordo con i sindacati sugli esuberi.