La Rai non cambia: milioni per Vespa e Floris in bilico. Carlo Tecce, Fatto Quotidiano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Giugno 2014 - 12:41 OLTRE 6 MESI FA
L'articolo di Carlo Tecce

L’articolo di Carlo Tecce

ROMA – ” Bruno Vespa non esiste. – scrive Carlo Tecce del Fatto Quotidiano – Ormai il giornalista è Porta a Porta e Porta a Porta è il giornalista. Se inviti Vespa, ti prendi Porta a Porta. E pure la famiglia Berlusconi l’ha invitato per celebrare i 40 anni del Giornale”.

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Al teatro Manzoni di Milano, c’era Vespa. E c’era un Porta a Porta d’esportazione per allietare la festicciola di Silvio e Paolo Berlusconi e di Fedele Confalonieri. Vespa ha il contratto in scadenza. O per essere precisi: aveva il contratto in scadenza. I dirigenti Rai, di qualsiasi generazione professionale e di qualsiasi estrazione politica, sanno che devono invitare Vespa e devono spingere Porta a Porta verso la ventesima stagione, e poi avanti, avanti ancora.

NON È COMPLICATO trattare un rinnovo con Vespa, la prima regola è semplice: deve firmare, presto e bene. Il plico di documenti – la burocrazia è il profilo di viale Mazzini – sta per planare al settimo piano, stanza di Luigi Gubitosi, il direttore generale. Cose formali. Vespa farà un sacrificio, stavolta non potrà sfondare il muro ultrasonico di 2 milioni di euro l’anno come in passato. Il collaboratore Bruno – da tempo è un esterno, un fornitore di servizi – dovrà faticare per mettere su 1, 9 milioni. Il biennale di Vespa è un incastro sontuoso: minimo di partenza a 1, 08 milioni di euro per 100 puntate (prima era 1, 2), avanzano 40 serate e saranno pagate ciascuna un paio di decine di migliaia di euro, poi speciali, plastici e ricette per un extra da oltre 700. 000. Totale: 1, 8 / 1, 9 milione. Sta al potere di Vespa, sempre più trasversale, incrementare le presenze e gonfiare l’incasso finale. Ha sdoganato Beppe Grillo, viene difeso con spirito protettivo dai democratici (insuperabili i comunicati di Michele Anzaldi), non trascura l’amicizia con l’ex Cavaliere.

Ogni anno, ingenua, l’azienda prova a disturbare il dottor Vespa. Chiede: scusi, ma può rinunciare a un giorno a settimana? Quattro sono tanti, troppi, e l’ascolto va sempre giù. Quest’anno Porta a Porta stava per cedere il giovedì, il direttore Giancarlo Leone vuole sperimentare Petrolio di Duilio Giammaria.

Allora Vespa, tattico, propone di compensare le perdite autunnali e primaverili con un prolungamento a giugno. Petrolio andrà il lunedì. A Milano, ieri, l’azienda ha presentato i palinsesti per la prossima stagione. Vespa non c’era. Non ci va mai, e poi doveva allestire Porta a Porta per i Berlusconi. Neanche Giovanni Floris c’era. Neanche in fotografia nel catalogo ufficiale. Quasi, neanche come ipotesi. Floris non ha l’accordo con viale Mazzini. Negoziano, ma le parti sono lontane. Il conduttore di Ballarò, un appiglio prezioso per le sofferenze di Rai 3, guadagna un quarto di Vespa. Per la Rai, Vespa vale quattro Floris. I cronisti, in versione scientifica, hanno cercato tracce di Floris nel salone colorato d’azzurro di Milano: niente. Soltanto una risposta lapidaria, corale: Ballarò ci sarà, Floris speriamo. Questa è la filosofia in viale Mazzini: Ballarò non vuol dire Floris, ma Porta a Porta è sinonimo di Vespa, e viceversa. Andrea Vianello (Rai 3) ha rassicurato la platea: l’azienda non ha individuato l’erede di Floris. Non ancora. Ma significa che Floris può avere un erede, e l’ambizione fa proseliti a Rai 3. IL DG LUIGI GUBITOSI non vuole mai commentare le mediazioni fra l’azienda e i conduttori. Dice che aspetta l’esito. Le indiscrezioni lo danno seccato per le richieste di Floris, che vuole più spazio, a Rai 3 oppure a Rai 1. Alt: Rai 1 è di Vespa, dunque di Porta a Porta. Quando Vespa siglò il patto da 2, 1 milioni di euro per cinque anni – era il 2009, governo di Berlusconi, Mauro Masi dg – in Consiglio d’amministrazione ci furono battaglie campali. C’era una maggioranza e un’opposizione. C’era Nino Rizzo Nervo. Ora c’è grande affetto. E poi i contratti oltre i 2, 5 milioni di euro dovevano passare in cda. I vertici di origine montiana (categoria che sta per Mario Monti, ndr) possono approfittare di una procura fino a 10 milioni di euro. In privato, in Rai borbottano su Vespa. In pubblico, lo ossequiano. Vespa esiste. Loro, un po ’ meno.