Rassegna stampa. Bce la svolta di Berlino. Napolitano: “Decido io sul voto anticipato”

Pubblicato il 31 Luglio 2012 - 10:13 OLTRE 6 MESI FA
Il Corriere della Sera 31-7-12

“Sul voto decide il Quirinale”. Napolitano frena sulla crisi pilotata in autunno: più cautela. Il Corriere della Sera: “Richiamo ai partiti di Giorgio Napolitano: il ritorno anticipato alle urne è una prerogativa che spetta unicamente al Quirinale, il tema richiede “cautela e responsabilità”. Il capo dello Stato ha poi rinnovato l’appello sulla riforma della legge elettorale: si deve fare e con la più ampia convergenza parlamentare. Ma la trattativa è difficile, nuova proposta del Pd.

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Btp sotto il 6%, su le Borse. Piazza Affari la migliore. Articolo di Stefania Tamburello:

“Il segnale più significativo per l’Italia è stato però il risultato dell’asta dei titoli a medio a lungo termine, che ha riscosso una domanda solida anche se non eccezionale, e ha fatto registrare rendimenti in calo seppure ancora alti per rappresentare una svolta. Le attese per un’iniziativa della Bce presieduta da Mario Draghi hanno condizionato, e ancora in modo positivo, il mercato dei debiti sovrani dove peraltro è andata meglio ai Bonos spagnoli, i cui rendimenti sono scesi al 6,65% con uno spread rispetto ai Bund di uguale durata a 526 punti, nonostante il peggioramento dei dati sul Pil del secondo trimestre.”

Bce, aperture di Berlino. Geithner da Schäuble: fiducia a Italia e Spagna. Dall’inviato del Corriere della Sera Giovanni Stringa:

“Geithner e Schäuble «hanno espresso la loro fiducia per gli sforzi varati dai dagli Stati membri per riformarsi e avanzare verso una maggiore integrazione», si legge in una nota congiunta. I due ministri hanno parlato degli «sforzi considerevoli» varati in questi mesi dall’Italia e dalla Spagna. Un riferimento è stato fatto anche ai progressi di Irlanda e Portogallo (nessun accenno invece alla Grecia). In giornata Geithner ha anche sentito al telefono il ministro dell’Economia francese Pierre Moscovici. Nel frattempo, continuano a circolare le indiscrezioni sulle mosse che la Bce potrebbe annunciare giovedì prossimo, dopo aver raggiunto un accordo che a quanto sembra ancora non c’è. In ogni caso, in tutta Europa le idee sul tavolo sono diverse.”

Monti a Parigi, Helsinki e Madrid “Pronti per lo scudo anti-spread”. Articolo di Andrea Garibaldi:

“Il viaggio. Monti lo ha spiegato nel dettaglio a Napolitano. Oggi con il ministro del Tesoro, Grilli e il ministro per gli Affari europei, Moavero, sarà ospite, all’Eliseo, del presidente francese Hollande. C’è stata una dichiarazione a sostegno dell’euro Merkel-Hollande, un’altra Merkel-Monti, qui si chiuderà il cerchio. Messaggi che costituiscono una sorta di “copertura” alla operazione avviata dal presidente Bce, Draghi, a salvaguardia dell’intera eurozona. Hollande e Monti metteranno anche a punto le strategie per arrivare al 12 settembre. In quella data la Corte costituzionale tedesca esaminerà le decisioni del Consiglio europeo di fine giugno. La previsione è che darà via libera al nuovo fondo anti-spread Esm, e al processo di unione bancaria. Si deve arrivare alla data del 12 pronti, per non perdere altro tempo, spiegano nell’entourage di Palazzo Chigi.”

La sovranità dei debitori. Editoriale di Angelo Panebianco:

“Nella sua storia il processo di integrazione europea ha combinato il nobile disegno di unificare il Continente, sia pure in un futuro indefinito, con misure pragmatiche, molto concrete, volte a risolvere i problemi man mano che si presentavano. È stata, fino alla crisi dell’euro, una storia di successo. Procedere, come si è sempre fatto, “per tentativi ed errori”, e senza eccessi di politicizzazione dei problemi (che avrebbero scatenato conflitti), ha sempre aiutato l’integrazione. Almeno fino ad oggi.”

Occupy London: protesta in pedana contro gli arbitri. La coreana che non si rassegna al k.o. Articolo di Flavio Vanetti:

“La coreana A Lam Shin, 26 anni, un soprannome dolce (Smooth: nel caso di una persona può essere tradotto con “amabile”) e una vita da spadista già approdata a traguardi importanti (terzo posto al Mondiale 2010), ha scoperto che un secondo dura un’eternità. E che nel secondo interminabile c’è tutto il tempo per scippare una finale olimpica, nel suo caso ad opera della tedesca Britta Heidemann, colei che aveva eliminato l’azzurra Del Carretto sempre sul filo del rasoio dell’extra-time. Quando se n’è resa conto, mentre il suo coach scriveva ricorsi (respinti), invocava prove tv e perfino, probabilmente, gli dei, la povera A Lam s’è seduta sulla pedana e se n’è rimasta lì, coperta da un asciugamano, a volte in lacrime, a volte catatonica, risoluta in ogni caso a non mollare quella «mattonella» che ha proiettato la diretta di un torto.”

PER APPROFONDIRE LA NOTIZIA LEGGI L’ARTICOLO DI BLITZ QUOTIDIANO

La Repubblica 31-7-12

Bce, la svolta di Berlino. “Acquisti i titoli di Stato”. Geithner e Schäuble: Roma e Madrid ok. La Repubblica: “La Cancelliera apre agli interventi della Banca centrale. Bene l’asta dei Btp, tassi sotto il 6%. Fiducia sulla spending review, oggi il voto.”

“Porte aperte a Italia e Spagna” così il “timido” Hollande ha ridisegnato l’asse con Berlino. Articolo di Bernardo Valli:

“E’ una svolta nella politica europea: e non lo è soltanto perché quel che è accaduto risulta come un atto fondatore della coppia Merkel — Hollande. Stando alla stampa parigina sarebbe infatti cominciata l’epoca “merkollande”. La quale, per merito del presidente francese, si annuncia non più dominata in esclusiva da Francia e Germania. E questo è un aspetto di grande rilievo. Non c’è più un rigido asse Parigi — Berlino, anche se i legami tra le due capitali restano particolari ed essenziali, ma un cerchio aperto ad altri Paesi: tra i quali l’Italia e la Spagna, due delle principali economie della zona euro, e due vistosi bersagli, sia pure di disuguale vulnerabilità, della speculazione. L’allargamento dell’intesa era già previsto dal candidato Hollande, il quale, diventato presidente, è stato favorito dall’avvento di personaggi nuovi. Il predecessore di Mario Monti non era più da tempo un interlocutore accettabile. Nell’ultimo mezzo secolo il rapporto tra le due sponde del Reno ha conosciuto crisi più o meno gravi e complicità più o meno intense, suscitando secondo i casi apprensione o irritazione tra i frustrati e incoerenti partner europei, pronti a denunciare come arrogante o a invocare come indispensabile l’asse Parigi — Berlino.”

I tagli. Università più cara per tutti, oggi il voto al Senato. Arriva la fiducia sulla spending review resta il dimezzamento delle Province. Il dossier di Roberto Petrini:

“Due le novità principali: l’aumento delle tasse universitarie sarà anche per gli studenti in regola con gli esami (non solo per i fuoricorso). Si trova inoltre una mediazione sui farmaci senza «griffe» che aveva scatenato polemiche: il medico sarà obbligato a prescriverli all’avvio di un percorso di cura ma potrà inserire anche il nome di un specifico prodotto cui il farmacista dovrà attenersi. «Abbiamo tenuto sui saldi e sulle Province», ha dichiarato il relatore Giaretta (Pd). Per le Province infatti si procede al «riordino», ma restano i criteri di 350 mila abitanti e 2.500 km quadrati e l’obiettivo del dimezzamento. Vincono la battaglia la ricerca e la cultura: evitata la soppressione di alcuni enti (a partire da quelli che fanno perno sul mondo del cinema) e vengono ridimensionati i tagli. L’Isvap si fonderà con Bankitalia, ma la Covip (fondi pensione) resta in vita.”

I debiti delle famiglie. Sempre più rate nella vita degli italiani prestiti anche per spesa quotidiana e tasse. Il dossier di Agnese Ananasso:

“Indebitarsi per far fronte alle spese quotidiane. Per pagare il medico e il dentista. O le tasse. Gli italiani non chiedono più i prestiti solo per far fronte alle spese straordinarie, come l’acquisto della macchina o dei mobili, ma anche semplicemente per avere i soldi in tasca per la gestione degli “affari” familiari. E molto spesso si tratta di piccoli importi a rate contenute. È il quadro, allarmante, che emerge dall’analisi della richiesta dei “prestiti personali” condotta dal Crif, l’istituto che gestisce il flusso dei dati creditizi, in un arco di tempo che va dal 2008 a marzo 2012, vale a dire il quadriennio della crisi globale.”

Aleppo sotto il tiro dei cannoni attende l’assalto finale. La Stampa: “Nelle prigioni dove i ribelli tengono i miliziani catturati, tutti dicono: costretti a combattere”. Dal corrispondente Domenico Quirico:

“Il regime siriano stringe la morsa intorno ad militare, Abdel Jabbar al-Oqaidi. L’opposiAleppo. Ieri gli scontri si sono concentrati zione ha ripreso il checkpoint di Anadan, nel distretto sudoccidentale di Salah ad-Din: strategico poiché assicura libertà di movii lealisti affermano di aver «purgato» la zo- mento da Aleppo verso la vicina Turchia. E na. Secondo gli insorti, invece, l’esercito ha Ankara ha ammassato truppe e tank al conbombardato a tappeto con Mig ed elicotteri, fine. La popolazione è allo stremo, senza ma le truppe «non sono avanzate di un solo cibo né acqua potabile. Secondo l’Onu, 200 metro», come ha assicurato il locale capo mila persone stanno fuggendo.”

La ragion di stato del Quirinale. La Consulta processa Ingroia. Il Fatto Quotidiano: “Telefonate Mancino-Napolitano: con il deposito del ricorso alla Corte costituzionale, il Colle formalizza l’attacco alla Procura di Palermo che indaga sulla trattativa fra lo Stato e la mafia. Nessuno deve sapere.”

Codex Scalfarianus. L’editoriale di Marco Travaglio:

“Massima solidarietà ai colleghi di Repubblica, proditoriamente attaccati nell’omelia domenicale di Eugenio Scalfari, improntata alla “deontologia e completezza dell’informazione” e dedicata anche alla morte di D’Ambrosio, “aggredito da una campagna di insinuazioni… Gli autori sono noti: in particolare alcuni giornali e giornalisti” che “gli uffici dei procuratori di Palermo hanno provvisto di munizioni”. Il solito Fatto Quotidiano? No, stavolta è impossibile. Fu Repubblica il 18 giugno la prima a pubblicare la notizia delle intercettazioni Mancino-D’Ambrosio: “Trattativa tra Stato e mafia: da Mancino pressioni sul Quirinale”, “Mancino telefonò a D’Ambrosio… I magistrati ritengono le sue parole rilevanti ai fini dell’inchiesta: Mancino paventa addirittura che ‘l’uomo solo’, se resta tale, chiami in causa ‘altre persone’. Quindi chiede a D’Ambrosio di parlare dell’indagine con Napolitano, perché intervenga sui magistrati che indagano sulla trattativa”. Chi avrà passato le notizie ai giornali? Scalfari indaga: “Può esser stato un addetto alla polizia giudiziaria, un cancelliere, un usciere dedito a frugare in cassetti e casseforti. O uno dei procuratori che avrebbero il dovere di aprire un’inchiesta sulla fuga di notizie secretate”. Ne avesse azzeccata una.”

Il Giornale 31-7-12

Fuga di soldi all’estero. Il Giornale: “In due anni sono espatriati 300 miliardi di euro. Monti ha dichiarato guerra al denaro, ma è stato sconfitto. Allarme Pil, solo la Grecia èpeggio di noi. Ventimila statali a rischio licenziamento.” L’editoriale di Vittorio Feltri:

“Gli uomini e i soldi si comportano sem­pre alla stessa maniera. Male. O be­ne? Dipende dai punti di vista. Dicia­mo che si difendono come possono: sono dotati di un formidabile istinto di conserva­zione, per cui non ci sono leggi né divieti che ten­gano. I portafogli e i loro proprietari vanno dove li porta la convenienza. La conferma viene da Bankitalia, i cui dati non mentono. Da maggio 2010 allo stesso mese di quest’anno,24 mesi in to­tale, dai conti correnti e dai depositi del nostro Paese sono spariti la bellezza di 274 miliardi di euro, una fortuna. Dove sono andati a finire? Indovinate. A oc­chio e croce, hanno preso la via dell’estero. Pro­babilmente, Svizzera, ma non escludiamo altri porti dove la ricchezza non è considerata un de­litto, un peccato.”

La Juve s’arrende: Conte deve patteggiare. L’allenatore avrebbe preferito il processo. Ma la società lo convince: 3 mesi di squalifica sono il male minore. Articolo di Davide Pisoni:

“La Signora decide di non lottare un’altra volta: si sottomette all’ano­mala giustizia sportiva patteggian­do tre mesi di squalifica per Anto­nio Conte, coinvolto nella vicenda del calcioscommesse dalle accuse di un pentito. L’accordo sarebbe stato raggiunto ieri tra i legali dell’al­lenatore bianco­nero e la Procura fe­derale guidata da Stefano Palazzi. E lo stesso si farà con gli altri due bianconeri coinvolti nello scanda­lo. Patteggerà tre mesi anche Si­mone Pepe. Prospettive più pe­santi per Leonardo Bonucci: alme­no un anno fuori. La Juventus di fat­to ha scelto la stessa strategia di sei anni fa nel processo per calciopoli: rischiava la serie C, accettò, o me­glio «propose», la B con penalizza­zione. La storia si ripete, adesso. Co­me anticipato da Il Giornale duran­te gli Europei. Conte avrebbe volu­to lottare nelle aule del processo co­me fa in panchina. Anche i tifosi lo avrebbero voluto. La società cam­pione d’Italia, invece, ha preso da parte il suo allenatore e lo ha riporta­to a più miti propositi­ perché patteg­giare nella giustizia sportiva non si­gnifica ammissione di colpa come nel procedimento ordinario.”