Renzi 2 giorni di silenzio tra “opa di Cofferati a sinistra” e calo a destra

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Gennaio 2015 - 09:17 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi

Matteo Renzi

ROMA – 48 ore di silenzio quelle di Matteo Renzi nel weekend. Un silenzio voluto, dicono le fonti vicino al premier, dopo il caso Cofferati e le possibili conseguenze sull’elezione del capo dello Stato e, soprattutto, dopo la pubblicazione del sondaggio che vede il Partito Democratico in calo.

Per ora – scrive Fabio Martini della Stampa – sul fronte ligure, la parola d’ordine è quella di isolare Cofferati. Da palazzo Chigi non trapela alcuna autocritica o ripensamento sulla gestione della vicenda-Primarie, né si cercano capri espiatori che possano aver sottovalutato la storia. E alla domanda se sia immaginabile a questo punto annullare le Primarie, la risposta seppur informale è granitica: non se ne parla. Tutto potrebbe cambiare, se nelle prossime ore dovesse prendere corpo (e consistenza giudiziaria) la voce che parla di una possibile infiltrazione criminale in almeno uno dei seggi?

Naturalmente un passaggio cruciale della nuova partita a sinistra si giocherà sulla vicenda Quirinale. Per Stefano Fassina, uno dei leader della minoranza Pd, «la vicenda delle primarie in Liguria certamente non aiuta a costruire un clima positivo» per l’elezione del presidente della Repubblica» così come «il modo sbrigativo, offensivo per la dignità di Cofferati con cui la sua scelta è stata trattata, pesa notevolmente sul Quirinale». Come dire: guai ad un accordo per il nuovo Capo dello Stato che tenga dentro Berlusconi ed escluda tutta l’area a sinistra del Pd.

Ma Giorgio Tonini, renziano della prima ora e componente della segretaria del Pd, non sembra lasciare spazio ad inseguimenti emotivi: «Renzi ha spiegato che per il Quirinale serve il consenso più ampio dentro al Pd e che con gli altri non c’è un asse esclusivo o escludente. Con forze come Sel è giusto dialogare ma con la testa fredda, perché altrimenti rischiano di portarci alla rovina. C’è stata un’involuzione in Vendola, che ruppe con Rifondazione in nome di un rapporto positivo col Pd, ma dopo le elezioni del 2013, ha allargato sempre più il fossato, opponendosi non solo al governo Renzi ma anche a quello Letta. Chi nel Pd gli andasse dietro finirebbe per essere subalterno al vendolismo».