Renzi e il battesimo del mercato, Isabella Bufacchi sul Sole 24 Ore

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Febbraio 2014 - 12:38 OLTRE 6 MESI FA
La prima pagina del Sole 24 Ore

La prima pagina del Sole 24 Ore

ROMA, 26 FEB – “Per il battesimo di fuoco del premier Renzi sul palcoscenico delle aste dei titoli di Stato -scrive Isabella Bufacchi sul Sole 24 Ore – bisogna attendere domani quando il Tesoro emetterà il nuovo BTp decennale, molto sensibile alla politica e al rischio-Italia. Ciò che il CTz, che andrebbe “rottamato”, non è”.

L’articolo completo:

Il BTp decennale, più di ogni altro titolo di Stato, racchiude un valore fortemente segnaletico sulle reazioni dei mercati alle scorribande politiche e al gradimento degli investitori nei confronti del rischio-Italia. La durata è tra quelle più gettonate, la liquidità è elevatissima e i grandi portafogli lo prediligono perchè corredato dal BTp future. Tutto quello che il CTz non offre.
I nostri Certificati zero coupon non piacciono molto agli stranieri. Sono illiquidi. La formula del bond senza cedola è atipica e a stento riesce oggi ad attrarre il risparmiatore ex- BoT-people. Il CTz è collocato esclusivamente presso gli italiani, dicono fonti bene informate.

Questo può spiegare perchè il CTz viene venduto in asta solitamente 6-8 punti sopra il rendimento dei BTp con vita residua di due anni. Forse anche per questo il Tesoro è intenzionato a ridurne l’ammontare in circolazione: «Il 2014 vedrà un aumento dei volumi dei CTz in scadenza, rispetto al 2013, con rimborsi pari a oltre 56 miliardi…Le emissioni nette dei CTz a fine 2014 risulteranno pertanto negative» e lo stock in circolazione diminuirà, si legge nelle linee guida 2014 del Tesoro sulla gestione del debito pubblico.
L’asta di oggi dei CTz è comunque andata bene, i rendimenti sono scesi al minimo storico: il tasso di assegnazione, al netto delle commissioni, è stato dello 0,82% mentre al lordo delle commissioni – tasso al quale guardano i traders – è stato dello 0,93 per cento. Decisamente più appetibile di quello dei titoli di Stato a due anni dell’area dell’euro “core”: la Germania per esempio ha collocato il suo ultimo Schatz lo scorso 12 febbraio a un misero 0,11%.

I CTz si sono allineati alla curva dei rendimenti dei titoli di Stato italiani che sulla parte breve è scesa molto (e lo si vedrà anche oggi con l’asta BoT ) riflettendo le aspettative del mercato sulla politica monetaria molto accomodante della Bce: tassi bassi e se necessario più bassi e nuovi interventi per contrastare il rischio di deflazione e per aumentare l’offerta di credito a condizioni migliori nell’Eurozona periferica.
Va detto che il “risk on” è contagioso come il “risk off”. E l’arrivo di Renzi a Palazzo Chigi coincide con un mercato di ottimo umore sull’euro e sull’Eurozona periferica: questa volta il contagio è un elemento esterno benefico su un’Italia che arranca, con la sua crescita molto sotto la media europea, con la sua perdurante instabilità politica, le sue riforme al rallentatore, con un debito/Pil che negli ultimi anni è salito invece di calare superando probabilmente quest’anno il picco del 133 per cento. Tuttavia un effetto-Renzi sul mercato secondario dei titoli di Stato, più segnaletico per il rischio-Italia rispetto alle aste, c’è stato ed è stato positivo finora: i mercati scommettono su un’accelerazione del cammino delle riforme strutturali grazie a Renzi.

Giuseppe Maraffino e Fabio Fois di Barclays Research in una nota ieri hanno calcolato che dall’inizio della crisi politica, innescata il 13 dicembre con la caduta di Letta, il rendimento del BTp decennale è calato dal 3,71% al 3,55% (il livello più basso dal 2006) prima di risalire attorno al 3,62% ( sotto il profilo tecnico pesa negativamente l’arrivo del nuovo BTp decennale in asta domani): in questo oeriodo la performance del BTp decennale è stata migliore rispetto a quella non soltanto dei Bund tedeschi (lo spread si è ristretto di 10 punti) ma soprattutto rispetto ai Bonos spagnoli con lo spread contro BTp che si è stretto di circa 4 centesimi. «L’effetto Renzi va misurato con l’andamento dei BTp rispetto ai Bonos», sostengono gli analisti di Barclays, ricordando come la Spagna ha fatto in passato qualche fuga in avanti quando il mercato ha creduto di più nella capacità di Madrid di realizzare le riforme strutturali. Ora spetta a Renzi guidare la fuga in avanti.