Riforma Scuola, mantenere Liceo classico e innovare col digitale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Febbraio 2015 - 10:03 OLTRE 6 MESI FA
Riforma Scuola, mantenere Liceo classico e innovare col digitale

Riforma Scuola, mantenere Liceo classico e innovare col digitale

ROMA – I temi messi sul tavolo dall’annunciata riforma scolastica del governo sono molti e vanno dall’innovazione didattica alle architetture scolastiche, dalla valutazione degli insegnanti fino al valore formativo del liceo classico. Il dibattito, su cui è intervenuto l’ex ministro Profumo, intorno a quest’ultimo tema, deve interrogarsi se l’innovazione tecnologica necessita di legarsi all’idea di abbandonare uno studio certamente complesso, duro e concentrato su materie inutili, vecchie e poco spendibili nel mondo del lavoro.

Scrive Mario Pirani su Repubblica:

Questo fa pensare, quindi, che non dovremmo rincorrere il mondo del lavoro nelle sue “specializzazioni”, infarcendo il curricolo scolastico di sempre nuove materie quando non è inserendo sempre nuove discipline che si tiene aggiornata la scuola. Piuttosto credo che sia necessario lavorare e riflettere sul metodo, visto che negli ultimi 30 anni l’innovazione tecnologica ha portato gli studenti a metodi di apprendimento completamente differenti da quelli della generazione precedente. La rivoluzione necessaria deve portare ad analizzare seriamente ciò che deve essere preservato e ciò che deve cedere alle esigenze delle nuove generazioni. Intervenire su questo tema richiede infatti di rimettere in discussione il cuore stesso della scuola, in qualche modo la sua identità operativa. Rinunciare alla lezione classica, frontale, significa rimettere in discussione tutto: il ruolo degli insegnanti, la loro attività ed il loro orario di lavoro, gli spazi, le architetture, il tempo, gli strumenti della scuola. E’ qui che si dovrebbe fare una scelta coraggiosa e rivoluzionaria: scelta ben più sovversiva e radicale di quella che vede l’aggiunta di un’ora di storia dell’arte o di informatica nel curricolo.

La carriera stessa dei docenti dev’essere premiata per la qualità e non solo per il numero delle ore passate a scuola. Questo in particolare, il tema della valutazione, è un tema spinoso a cui ci siamo dedicati numerose volte, sul quale sono caduti ministri e su cui si sono espressi con forza i sindacati di categoria “blindati dietro la convinzione che fosse ingiusto essere pagati diversamente a parità di lavoro” e che rappresenterà un banco di prova per questo governo, che deve però essere consapevole che molti bravi insegnanti pensano che i loro colleghi inadempienti “danneggiano sia i propri allievi che il prestigio di tutta la categoria”.

Col tempo, una persona anziana come me, che è partita nella scrittura scolastica con la penna, l’inchiostro e il calamaio e che ha attraversato la penna stilografica, quella a sfera, la macchina da scrivere “lettera 22”, poi quella elettrica e infine il computer, il cui uso ha necessitato un intervento psicoanalitico, che mi aiutasse a superare la sensazione di essere improvvisamente divenuto analfabeta, ha compreso che è necessario inserire nella scuola un nuovo paradigma, un nuovo linguaggio. E questa opportunità oggi concretamente la offre il digitale che, coniugato con i libri di testo di approfondimento necessario, permettono di imparare in modo “costruttivo”, portando gli studenti ad essere protagonisti, coinvolti direttamente in percorsi personalizzati di apprendimento (…)