Riforme, Corradino Mineo (Pd): “Noi maggioranza, Renzi eviti forzature”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Maggio 2014 - 12:41 OLTRE 6 MESI FA
Corradino Mineo al Corriere: "Noi maggioranza, Matteo eviti forzature"

Corradino Mineo

ROMA – Sul Corriere della Sera di giovedì 8 maggio c’è l’intervista, a cura di Monica Guerzoni, a Corradino Mineo.

“Quell’altra roba non passa, non passa…”.

Il testo base del ministro Boschi, senatore Corradino Mineo?

«Il lodo Calderoli è un punto di caduta accettabile. Lo è per noi che abbiamo firmato il ddl di Chiti, per il Ncd, per i 5 Stelle dissidenti e per molti di Forza Italia, come Minzolini».

Il governo non ha i numeri per la riforma del Senato?

«I numeri ci sono, ma per il Senato elettivo».

Renzi e Boschi sono contro.

«Con Chiti presenteremo degli emendamenti, che passeranno. C’è una maggioranza straordinaria, per questo dico che l’altra roba non va da nessuna parte».

Il premier si dimette…

«Da quando lo ha detto è cambiato tutto. Ha provato a forzare e non è andata bene. Offrire le dimissioni su materia costituzionale è un errore che nessuna impuntatura della Boschi può giustificare».

Impuntatura?

«Approvare il testo base dopo 28 ore di dibattito in commissione, che avevano portato al documento politico di Calderoli, è stato un errore assoluto. Renzi dovrà imparare a non sbagliare più».

Senatore del Pd, o gufo?

«Il premier non può accusarci di bloccare le riforme, per questo usa metafore faunistiche. Io ho grande stima del segretario. L’unico modo di aiutarlo è tenergli testa quando sbaglia. Fargli capire che ci sono delle forze che non si fanno cooptare nel coro della piccola borghesia osannante è il contrario della palude».

Renzi sbaglia?

«Ha voluto la prova di forza e si è fatto salvare da Berlusconi. Un dono avvelenato, per dimostrare che lui è il padrone delle riforme. Dire sempre no è un atteggiamento assurdo. Intestardirsi con la bandierina del testo del governo è un grande errore politico. Ma Renzi saprà recuperare».

Chi si è intestardito, il premier o il ministro Boschi?

«Io non so i retroscena, ho fatto 40 anni il giornalista e non il dietrologo e sono anche un signore all’antica. Io non lavoro con le chiacchiere, non so chi si sia intestardito di più e perché, so che un grande politico come Renzi ha preso una doppia musata».

Lei ha fatto la sua parte senatore, visto che non ha votato il testo.

«In nessun Paese la riforma della Costituzione si fa su imposizione del governo. Non basta che convochi i costituzionalisti, bisogna che studi un po’… Se non lo fai sbagli, e paghi».

Previsione fosca, la sua.

«Renzi è uomo notevole, ma io lo avevo avvertito, “Matteo sbatti contro un muro”… Se un mese fa si fosse fatto consigliare da Chiti avrebbe vinto a mani basse, invece si è fidato di consiglieri che lo hanno portato a sbattere».

È vero che i renziani hanno provato a sostituirla in commissione?

«Non so, è una voce che girava».