Roma: ambasciatore russo, 18mila € per mal di pancia moglie. Esposto contro medico

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Gennaio 2015 - 12:41 OLTRE 6 MESI FA
Roma: ambasciatore russo, 18mila € per mal di pancia moglie. Esposto contro medico

Roma: ambasciatore russo, 18mila € per mal di pancia moglie. Esposto contro medico (foto di repertorio Lapresse)

ROMA – L’ambasciatore russo paga 18mila euro per far visitare la moglie a Roma e si lamenta: esposto all’Ordine dei Medici. Ma Michele Bocci su Repubblica, facendo l’analisi dei costi voce per voce, fa notare che i costi pagati sono sì elevati ma non sembrano gonfiati, se consideriamo la quantità e il tipo di analisi fatte dalla signora e che l’ambasciatore si è rivolto a una clinica privata (la Pio XI sulla via Aurelia). Piuttosto sarebbe da considerare perché sono state prescritte analisi e approfondimenti che in alcuni casi non sembrano aver molto a che fare con la pancia.

La spiegazione di Bocci:

«La casa di cura ci riferisce che non esiste alcun rapporto economico tra la stessa e i vari professionisti, che si limitano a pagare unicamente il costo dell’affitto dei locali», precisa l’ambasciatore. E infatti i conti sono separati: ogni medico ha firmato la sua fattura e la clinica ha chiesto un compenso per la degenza (642 euro) e vari esami. I prezzi sono alti ma non stratosferici, anche se fa sorridere che con un pagamento del genere siano stati richiesti 19,52 euro, sotto la voce “accompagnatore”, cioè chi è stato con lei durante la giornata.

A fine ottobre la moglie dell’ambasciatore non stava bene, aveva un dolore che partiva nella parte destra della pancia e arrivava alla schiena e alla gamba. Il diplomatico ha avuto da un amico il contatto con un medico che lavora alla Pio XI, il quale ha suggerito un ricovero. Alle 8.30 del 29 ottobre iniziano le 24 ore di check up. «Il medico di sua iniziativa — precisa l’ambasciatore all’Ordine — l’ha fatta sottoporre a una serie di visite specialistiche da altri medici, sia presso la casa di cura che all’esterno, tutto in un solo giorno». Il diplomatico elenca le voci di spesa che hanno portato a un esborso totale di 17.913 euro. Intanto la donna è stata visitata da ben 8 specialisti: un cardiologo, un angiologo, un ortopedico, un gastroenterologo, un anestesista, un oncologo, oltre a due professionisti da lei richiesti, cioè un dermatologo e un oculista.

Ognuno di loro ha fatturato tra i 200 e i 350 euro. «Tralascio in questa occasione di commentare la qualità ed il tempo dedicato a mia moglie nelle singole visite», chiosa il marito.

Otto visite in un giorno sono veramente un bell’impegno, ma passano in secondo piano rispetto agli esami. Le hanno fatto una “esofagogastroduodenoscopia” e una colonscopia con biopsia, costata 2.500 euro, a cui vanno aggiunte le spese per il materiale sanitario, i medicinali e sala operatoria, l’anestesista e l’esame istologico. Il totale è superiore a 4mila euro. Poi ci sono le analisi del sangue e delle urine (1.200 euro), un ecocolordoppler, una ecografia, una risonanza magnetica alla colonna vertebrale (858 euro), una Tac con liquido di contrasto al cranio, all’addome, e alle coronarie (1.420 euro) e addirittura una mineralometria ossea, l’esame che serve a valutare un’eventuale osteoporosi. Sanno i medici che l’hanno richiesta cosa ha a che fare con il mal di pancia.

Poi Bocci prende le parole dell’ambasciatore per motivare la sua richiesta:

Ma il bersaglio principale della lettera inviata all’Ordine è il professionista che ha gestito le incredibili 24 ore di degenza della signora, quello che si è tagliato la fetta più grossa della torta. «Va premesso che non ha diagnosticato alcun male alla mia consorte né ha rilasciato una precisa refertazione sui problemi che aveva sottoposto alla sua attenzione durante la visita, vorrei sapere se è normale che per un controllo di un giorno si debba pagare a un medico 5mila euro più 400 per la prima visita e al suo assistente 2mila euro a titolo, per il primo di “visita medica specialistica, impostazione diagnostica, impostazione terapeutica, assistenza in degenza” e per il secondo di “assistenza in degenza”». L’ambasciatore dice di voler capire dall’Ordine se «i due professionisti, che non hanno svolto alcuna attività clinica né medica, possano chiedere degli importi così cospicui, che ci sembrano discostarsi dagli importi indicati dagli usuali tariffari professionali di medici privati e pubblici».