“A Roma il clan calabrese degli Alvaro è fortissimo”, le parole del pentito Antonino Russo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Dicembre 2013 - 14:31 OLTRE 6 MESI FA
"A Roma il clan calabrese degli Alvaro è fortissimo", le parole del pentito Antonino Russo

“A Roma il clan calabrese degli Alvaro è fortissimo”, le parole del pentito Antonino Russo

ROMA – “So che a Roma gli Alvaro sono fortissimi”,  Antonino Russo, calabrese, nato a Gioia Tauro, arrestato per truffa, poi pentito, ha raccontato ai magistrati gli “affari” della costola romana della cosca Alvaro di Sinopoli. Ieri, come riporta il Corriere della Sera, la sua testimonianza è stata acquisita al processo per il “Cafè de Paris” nei confronti degli Alvaro e dei loro prestanome.

L’articolo di Ilaria Sacchettoni del Corriere della Sera:

Russo racconta: «Sono venuto a conoscenza di tale circostanza nel 2011 all’interno del carcere di Locri, in quanto ho ascoltato un Alvaro detenuto presso la medesima casa circondariale mentre parlava con altra persona della jonica, all’interno della chiesa del carcere». Il pentito, arrestato per associazione finalizzata alla truffa, ascolta, osserva, prende mentalmente nota: «Ricordo che l’Alvaro in questione era basso e tarchiato» riepiloga.
E poi: «Il soggetto della Ionica aveva chiesto all’Alvaro un appoggio per l’importazione di sostanza stupefacente al porto di Gioia Tauro e questi gli aveva detto di rivolgersi a tale Pino Luppino di Sant’Eufemia d’Aspromonte».
Affari. Dal carcere Alvaro si rende disponibile, consiglia, corregge, informa. Insomma risponde prontamente. «Successivamente il soggetto della jonica aveva chiesto all’Alvaro qualcos’altro,lui gli aveva risposto che i suoi cugini, su Roma, erano fortissimi e che, per qualsiasi cosa, poteva rivolgersi a un barbiere che si chiamava Damiano Villari (tra gli imputati al processo, ndr ) che era a disposizione degli Alvaro e che era molto ben introdotto e aveva la possibilità di entrare in vari uffici». Il barbiere al quale la ‘ndrina affida il suo miglior locale per riciclare denaro sporco, resta impresso nella mente di Russo,assieme ad altre circostanze che riguardano gli affari del clan.
La rete di relazioni e prestanome del clan degli Alvaro, a Roma, era stata ricostruita dai carabinieri del Ros. I sequestri erano scattati a luglio 2009. Tra gli altri, furono sigillati anche i ristoranti «George’ s» in via Marche e «Federico I» in via della Colonna Antonina.
«Non so esattamente di cosa parlassero con riferimento alle vicende romane» dice il pentito. Non conosceva gli affari romani degli Alvaro ma anche lui aveva sentito parlare del «Cafè de Paris».