Roma, ebrei venduti ai nazisti: da 1500 a 5000 lire ai delatori

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Giugno 2015 - 08:57 OLTRE 6 MESI FA
Roma, ebrei venduti ai nazisti: da 1500 a 5000 lire ai delatori

Il rastrellamento del 16 ottobre 1943 a Roma

ROMA – Un’indagine promossa dalla Comunità ebraica romana sui fatti del 1943 ha permesso di ricostruire la blacklist dei traditori e il tariffario pagato dalle Ss: 5.000 mila lire per gli uomini, 3.000 per le donne e 1.500 per i bambini.

Come racconta Manuela Pelati sul Corriere della Sera,

dopo il 16 ottobre 1943, giorno del rastrellamento del quartiere ebraico romano, durante il quale 1.022 ebrei furono deportati, per lo più anziani, donne e bambini, partì un’ulteriore «caccia» a gli ebrei uomini e giovani, per lo più tra i 20 e i 35 anni. Il totale di questi deportati fu di 747, che sommati al primo rastrellamento fanno 1.769 persone sul totale delle 8.000 vittime complessive in tutta Italia.

L’indagine «Dopo il 16 ottobre 1093. Gli ebrei a Roma: occupazione, resistenza, accoglienza e delazioni (1943-44)» è stata effettuata per comprendere le dinamiche delle deportazioni e come molti ebrei riuscirono a fuggire alla «caccia all’uomo». Uno studio curato da Silvia Haia Antonucci e Claudio Procaccia con la collaborazione dello storico Amedeo Osti Guerrazzi e del demografo Daniele Spizzichino che ha interrogato un campione di ebrei presenti all’epoca. Curata anche dall’intero staff del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, l’indagine nasce da una proposta del presidente della Fondazione Museo della Shoah, Leone Paserman, che ha finanziato la ricerca. Tra qualche mese lo studio che si è avvalso dei documenti dell’Archivio Storico della Comunità romana e del «Libro della memoria» di Liliana Picciotti, sarà pubblicato in un libro.

Dei 747 deportati dai nazifascisti che occupavano Roma guidati da Kappler, uno su due è stato «venduto» da delatori. La caccia era rivolta principalmente agli adulti maschi che erano anche i più esposti perché costretti a muoversi per trovare il modo di sostentare la famiglia, mentre le donne e i bambini rimanevano nascosti. E se le cinquemila lire equivalgono più o meno a cinquemila euro di oggi, la guerra che aveva portato distruzione e fame favoriva la necessità di procacciarsi soldi. Alcuni si fingevano avvocati e di fronte a un ebreo arrestato offrivano la tutela cercando di fare da tramite con i familiari per poi «vendere» anche questi ultimi. Qualcuno si fingeva partigiano per avvicinare chi – rischiando due volte – si era schierato con la Resistenza (…)