Roma, tariffario buche: 3% a dirigenti per evitare controlli

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Dicembre 2015 - 12:33 OLTRE 6 MESI FA
Roma, tariffario buche: 3% a dirigenti per evitare controlli

Roma, tariffario buche: 3% a dirigenti per evitare controlli

ROMA – Un vero e proprio tariffario sulla gestione delle buche a Roma quello rivelato dagli imprenditori Luigi Martella e Alessio Ferrari, arrestati lo scorso ottobre per l’accusa di tangenti nei lavori per il Giubileo.

Dopo che i carabinieri hanno trovato le pen drive con tutti i dettagli sulle tangenti ricevute, i due imprenditori hanno deciso di parlare con i pm di quanto accadeva nell’ufficio Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana di via Petroselli, il Simu, spiegando che la regola fissa era del 3%.

Sara Menafra su il Messaggero riporta le parole di Ferrari messe a verbale durante l’interrogatorio, in cui l’imprenditore parla del sistema utilizzato:

“«Di solito – ha raccontato Ferrari – il pagamento era del 3% sull’importo netto, decurtato del ribasso d’asta. Non c’era bisogno di grande contrattazione, valeva questo sempre e per tutti, a quanto so io». Il sistema, dice ancora Ferrari, era basato appunto sul risparmio rispetto al capitolo di appalto assegnato: «Va premesso che di solito il progetto è già redatto dal direttore dei lavori, (che è quello che riceve il pagamento ndr); e, di solito, preparano il progetto con dei margini piuttosto larghi. Cosicché possono dire: “ti ho preparato un progetto dove puoi guadagnarci tu e posso guadagnarci io”». Al momento dell’esecuzione, però, una parte dei lavori sparisce.

Per poter ricavare soldi da pagare, gli imprenditori risparmiavano sui lavori e Ferrari ha spiegato come:

«Si risparmiava sullo spessore dell’ asfalto, sulla fresatura (cioè quello che levi) e sulle bonifiche, vale a dire la parte inferiore del sottofondo. Per capirci, può funzionare così: se devi scavare 20 cm, ti fanno fare 10». Ma occasione di risparmio erano anche sui tombini e i sampietrini: «Se si dovevano pulire 10 fognoli, ci accordavamo per pulirne solo due, e così via»

Il caso dei sampietrini aiuta a spiegare il meccanismo: «Se si trattava di rifare un selciato e il capitolato indicava 20.000 mq di sampietrini si concordava ad esempio che la rimozione, invece di essere fatta a mano – come nel capitolato – ce la facessero fare in altro modo». Il pagamento però era sempre per la costosa operazione a mano: «Noi – spiega l’imprenditore Ferrari – nei Sal poi mettiamo, falsamente, che è stato rimosso a mano con rimborso quindi di costi non sostenuti».

Martella, altro imprenditore interrogato dal Gip di Roma, poteva invece contare sui contatti, spiega Ferrari:

«Che le devo dire? Io so che è un sistema di richiesta generalizzata da parte dei funzionari del Comune nel settore della manutenzione urbana; credo quindi che chiedessero anche agli altri come costantemente chiedevano a noi. E’ una facile deduzione, ma non potrei dire di saperlo in senso diretto. Certo a via Petroselli è un vero sistema». Anche l’imprenditore Martella, che sarebbe stato l’apice del meccanismo, ha confermato a verbale tutte le accuse, spiegando che i lavori extra erano in realtà mazzette.

Tra i dirigenti dei lavori in Comune sono diverse le persone finite agli arresti nel carcere di Regina Coeli, scrive la Menafra:

“Nel carcere di Regina Coeli sono finiti Francesco Pantaleo e Stefano De Angelis, del dipartimento Simu; Roberto Brondi, Piero Seguiti, Doriano Carbonari e Paolo Fornaciari, impiegati rispettivamente presso i Municipi V, IX, X e XII di Roma e Franco Ridenti, tecnico della Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata.

Nei confronti di altri tre indagati – Fabio Stefano Pellegrini del Simu, Luca Gaveglia del Municipio IV e Giampietro Cirilli, già funzionario del Municipio VIII, ora pensionato – il gip non ha accolto la richiesta di arresto. Indagati a piede libero anche altri 8 funzionari ed ex funzionari. Il dubbio è che ad essere a conoscenza dei pagamenti in sei municipi per un totale riscontrato di almeno 600mila euro fosse anche qualcun altro.

E’ un collaboratore di Martella a parlare al telefono dei contatti coi politici: «Martella tra virgolette non fa un cazzo… io e il cugino, gestiamo tutta quanta la roba edile, quindi tutte e sei le imprese le gestiamo noi, le gare, noi a lui lo mandiamo soltanto quando c’è di andare a parlare con la parte politica, poi dopo finita la parte politica entriamo io e lui»”.