Rassegna stampa. Italia sotto attacco. Spread alle stelle. Moody’s declassa la Germania

Pubblicato il 24 Luglio 2012 - 09:17 OLTRE 6 MESI FA
Il Corriere della Sera 24-7-12

Crisi, lo spread sale a 526. Male anche Piazza Affari. Il Corriere della Sera: “Spread ancora su, trema tutta l’Europa.” L’arma Nascosta. Editoriale di Federico Fubini:

“L’11 marzo 1990 la Lituania dichiarò l’indipendenza dall’Unione Sovietica, innescando la frammentazione di una superpotenza. Il 25 giugno 1991, la Slovenia e la Croazia fecero sapere che da quel giorno non avrebbero più fatto parte della Jugoslavia. Il resto della storia è noto. Sistemi politici che sembravano irrevocabili, basati sul principio stesso della permanenza, iniziarono ad andare in frantumi perché i loro territori più forti a un certo punto rifiutarono di mantenere rapporti con quelli più deboli.”

Il caso. Tassi, trema il «re» della Banca d’Inghilterra. Mervyn King, governatore della Banca d’Inghilterra, sotto accusa per lo scandalo delle quotazioni manipolate. Inchiesta di Fabio Cavalera, corrispondente dall’Inghilterra:

“E pensare che ci scherzava sopra. «Che cosa è il Libor? Non è altro che il tasso al quale le banche non si prestano denaro». Proprio così: non si prestano denaro.
Forse, nel 2008, appena poco tempo prima che la finanza mondiale crollasse, sir Mervyn King confidava che certi strani maneggi sul Libor e di cui qualcosa magari aveva sentito dire, mai e poi mai gli avrebbero provocato quei grattacapi e quei problemi che oggi sono sulla bocca di tutti nella comunità bancaria della City. All’epoca, il custode supremo della stabilità monetaria inglese si concedeva il lusso di dribblare col sorriso e con le battute i chiacchiericci che circolavano. Il Libor non gli turbava il sonno.”

Paradosso Italia, tassi più alti di Dublino. L’approfondimento di Danilo Taino:

“Secondo dati del Conference Board, la lobby dei produttori americani citata dal Financial Times, il Pil pro-capite (messo a confronto tra Paesi tenendo conto della parità di potere d’acquisto, cioè dei prezzi interni) in Italia nel 2011 era di circa 32 mila dollari, lo stesso livello del 1999: nei 12 anni trascorsi, era un po’ salito, a 34 mila dollari nel 2007, prima dello scoppio della crisi finanziaria. Sostanziale stagnazione dell’economia. Lo stesso è successo al Portogallo: 22 mila dollari oggi, come nel Duemila, senza grandi variazioni negli anni. In Spagna, invece, il Pil pro-capite è passato dai 30 mila dollari del Duemila agli oltre 33 mila del 2007 per poi tornare a poco più di 30 mila l’anno scorso. Lo stesso andamento – boom negli anni centrali del decennio scorso e poi caduta – lo hanno registrato la Grecia, oggi a 27 mila dollari come nel 2003, e l’Irlanda, a 38 mila dollari come nel 2001. Visto lo stato delle economie di questi Paesi, tutte in recessione quest’anno e probabilmente il prossimo (eccetto l’Irlanda), è certo che alla fine gli anni persi saranno più di dieci. Per avere il confronto con il cuore dell’Europa, la Germania è passata da un Pil pro-capite di 33 mila dollari nel 1999 a quasi 40 mila nel 2011.”

Germania. Uno scandalo imbarazza la Merkel. Si tratta di una mail inviata dall’allora responsabile tedesco di Morgan Stanley Dick Notheis all’allora (anche lui un ex, perché sconfitto poi alle urne) presidente del Baden Württemberg Stefan Mappus. Scrive Giovanni Stringa:

“Che cosa c’è dietro lo scambio epistolare (elettronico) tra gli uffici della Morgan Stanley e quelli del numero uno del Baden Württemberg, ricco Land del Sud della Germania? Nel 2010 il Land acquistò dalla francese Edf il 45% della società energetica EnBW, pagandola 4,7 miliardi di euro, vale a dire un sesto dell’intero bilancio regionale. Prima della firma, però, sembrava che i francesi, nonostante le previsioni di un lauto incasso, potessero comunque nutrire qualche dubbio. Forse tentennavano. Ed ecco che Dirk Notheis, amico di lunga data di Mappus e consulente nell’operazione miliardaria, suggerisce al presidente di rivolgersi a «Mutti» perché — a quanto sembra — organizzi eventualmente un incontro con l’allora capo di Stato francese Nicolas Sarkozy.”

Sei mesi da riempire per non alimentare le tentazioni di voto. La nota politica di Massimo Franco:

“Il nervosismo e le ipotesi di voto anticipato riflettono un’incognita reale: non solo che cosa succederà nel 2013 dopo che il premier avrà lasciato Palazzo Chigi, ma anche che farà l’esecutivo dei tecnici guidato da Mario Monti di qui a primavera. La voglia improvvisa di approvare la riforma elettorale prima che il Parlamento chiuda per ferie risponde a una serie di preoccupazioni. C’è il calcolo di non farsi trovare impreparati se a settembre la situazione fosse così compromessa dal punto di vista finanziario da suggerire un voto anticipato; e quello di ridisegnare le alleanze con maggiore libertà. Ma c’è anche l’esigenza di impedire un logoramento del governo da parte di chi spiega che non si può votare con il cosiddetto «Porcellum», la legge attuale. Meno sbandierata, esiste anche la necessità di non essere delegittimati dall’incapacità di scrivere una riforma che a parole tutti sollecitano. Anche per questo Giorgio Napolitano ha già fatto sapere che difficilmente scioglierebbe le Camere se non ci sarà prima un accordo. Il presidente della Repubblica non può accettare un immobilismo che smentisce puntualmente gli impegni presi dai partiti non solo con il Quirinale ma con l’opinione pubblica. La sensazione è che parlare di elezioni in autunno sia comunque prematuro.”

La Repubblica 24-7-12

La Repubblica: “Euro, sotto attacco Spagna e Italia.” Perché nulla sembra servire. Editoriale di Federico Rampini:

“La Sicilia oberata di debiti rischia di diventare la Grecia d’Europa avverte il NY Times. Tracollo del credito, prevede la JP Morgan Chase. E con i tassi spagnoli ormai sopra il 7%, gli investitori stranieri scommettono sulla bancarotta sovrana di Madrid.”

La crisi finanziaria. Il premier Monti incontra Vladimir Putin: “Io né statista né politico.” Articolo di Carmelo Lopapa:

“Resterà al suo posto perché il compito che gli ha assegnato il capo dello Stato, al quale è stato chiamato dai partiti e intende rispettarlo. (…) Il presidente del Consiglio  rivolge al suo governo e ai partiti della maggioranza l’invito a mantenere la calma.”

Strage di Denver. Il killer si presenta in aula con uno sguardo fisso e capelli rossi. Scrive Vittorio Zucconi:

“Il suo esordio in pubblico, nella prima apparizione del tribunale di Aurora appena tre giorni dopo il mattatoio nel cinema, ci mostra un uomo rinchiuso in una maschera indecifrabile e letargica, tra quella del tossico strafatto, del bambino stordito o dell’attore consumato che tenta di recitare il solo copione che potrebbe salvarlo dalla siringa letale.”

Qui crolla tutto. Di corsa verso le elezioni. Il Fatto Quotidiano: “Nell’ennesimo lunedì-nero, con lo spread schizzato a 516 e le borse nel marasma, con la Spagna a rischio fallimento e la Grecia quasi fuori dall’euro, prosegue l’operazione Monti per sempre.”

Violenza e convenienza. Editoriale di Marco Travaglio:

“Ai violenti dementi che ancora l’altra notte hanno messo a ferro e a fuoco un pezzo di Valsusa fra Chiomonte e Giaglione a due passi dal finto cantiere della Torino-Lione, ben nascosti dietro le nobili bandiere del pacifico movimento No Tav, suggeriamo di dare un’occhiata ai bollettini del Tav, cioè a tutti i grandi giornali italiani. Da una settimana erano in apprensione, loro e i loro padroni forchettoni in conflitto d’interessi, perché ormai anche il governo francese ha capito che l’opera, destinata secondo la propaganda italiota a soppiantare la piramide di Cheope e la Grande Muraglia, costa troppo, non serve a nulla e intanto danneggia l’ambiente.”

La Stampa 24-7-12

La Stampa: “Mercati choc, l’accusa di Monti.” Il duello tra finanza e democrazia. Editoriale di Mario Deaglio:

“Negli ultimi giorni, e in particolare con la seduta di Borsa di ieri, il moderno sistema finanziario ha dato il peggio di sé. Per comprendere bene quest’insuccesso occorre ricordare un antefatto troppo spesso trascurato: la finanza globale è fortemente squilibrata dall’abbondante creazione di liquidità degli Stati Uniti, a fronte della quale manca una vera ripresa dell’economia americana. Il presidente Obama, con una difficile campagna elettorale in corso, ha demagogicamente assolto il proprio paese e la propria amministrazione da ogni colpa per la situazione economica, addossando all’Europa tutta la responsabilità della crisi.”

Nei quartieri fantasma dove il mattone è in svendita totale. Il reportage di Marco Alfieri:

“Ci sono quattro campi di calcio in erba sintetica uno in fila all’altro, le panchine di legno, gli alberi piantati, le aiuole con i bonsai, la pista ciclabile, i parcheggi, il parco giochi con gli scivoli rossi, la viabilità a due e tre corsie, i cartelli montati per la segnaletica, ma i palazzi e le villette a schiera sono quasi tutti semi vuoti. Un paesaggio spettrale, simile a certe zone di Dublino post bolla finanziaria.”

Londra 2012, il colloquio di Maurizio Molinari, corrispondente da NY, con la first lady Michelle Obama:

“Sono orgogliosa di guidare la delegazione americana, per me significa coronare un sogno perché ricordo che da bambina quando c’erano le Olimpiadi volevo tanto essere a fianco degli atleti. Tiferò per i nostri atleti ma le Olimpiadi sono non solo un momento straordinario per l’America e il mondo bensì anche un’incredibile opportunità per comunicare con i nostri figli. Sfruttare le emozioni che circondano le gare per spingerli a muoversi di più. Non solo in America ma in ogni nazione.”

Il Sole 24 Ore: “Borse sotto attacco, spread BTp-Bund a 516.” Il dovere della Bce. Scrive Roberto Napoletano:

“Stiamo tutti aspettando che nei prossimi dieci giorni avvenga qualcosa di facilmente prevedibile e ci prepariamo a viverli con l’angoscia contagiosa di chi teme il peggio. La prova di mercato diretta, più rilevante, per i nostri titoli di Stato è prevista lunedì 30 luglio ma avvertiamo l’urto di un attacco senza precedenti dei mercati a Madrid e a Roma che ha portato i tassi dei Bonos spagnoli (7,49%) ai livelli di quelli italiani del novembre scorso e ha fatto impennare lospread BTp-Bund fino a 529 punti con un tasso nettamente al di sopra del 6%. La situazione è sotto gli occhi di tutti, impone a chi ha la responsabilità delle istituzioni europee di intervenire prima (non dopo) un’eventuale rottura dell’euro per evitare di aggiungere il costo del panico ai già elevatissimi costi che economie, come quella italiana, stanno pagando sull’altare della fragilità politica europea. Noi i compiti a casa li abbiamo fatti, altri ancora ci aspettano, ma è chiaro che oggi paghiamo tutto il conto della debolezza della costruzione europea.”

Mercati, Italia sotto attacco. Il Messaggero: “Spread a 516, Borsa -2,7%. Moody’s gela la Germania: previsioni al ribasso.” I pericoli e le vie d’uscita. Editoriale di Oscar Giannino:

“Sono cominciati i giorni di passione. Quelli veri, per Grecia, Spagna e Italia. Dopo tante manovre correttive, e mentre è in corso una profonda recessione che colpisce i redditi delle famiglie e mette alle corde le imprese. Dopo 31 mesi di crisi dell’euroarea, dopo 26 eurovertici e molti mezzi passi avanti sulla via di meccanismi un po’ più cooperativi contro la divaricazione del rischio sovrano nell’euroarea. Eppure questa volta la sensazione è che siamo proprio al dunque. Alla prova finale. Lo spread italiano ieri oltre quota 520 e quello spagnolo 100 punti più su si devono infatti a un fatto concreto. Ai mercati, l’indicazione data è di provare il tutto per tutto entro il mese di agosto. E i mercati ci proveranno eccome, come si è visto ieri.”