Suicidio David Rossi e Mps, Pd e Bersani: prime pagine e rassegna stampa

Pubblicato il 7 Marzo 2013 - 08:52 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Un suicidio nello scandalo Mps”. Il firmamento dei sogni costosi. Editoriale di Giovanni Sartori:

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“Grillo è dotato, oltre che di eccezionale bravura scenica, di straordinaria furbizia. Finita la campagna elettorale fa notizia stando zitto. La pubblicità se la fa fare (gratis) rifiutando di parlare alle televisioni e ai giornalisti italiani. Sia chiaro, non è che Grillo si neghi a tutti: ai giornali e alle televisioni del resto del mondo parla. A noi no, perché siamo corrotti, venduti, infidi. Se io fossi un giornalista ricambierei la scortesia: se lui non vuole parlare con me, nemmeno io voglio parlare con lui né di lui. Invece ho visto diecine e diecine di operatori delle varie tv accalcati e imploranti di fronte alla sua porta inesorabilmente chiusa. Così, dicevo, ottiene pubblicità gratis e non corre rischi. Attorno a un tavolo, parlando, è molto meno bravo di quanto non lo sia urlando, e dunque lì corre rischi. Alla fine lo dovrà fare; ma forse manderà in sua vece il suo guru.
Intanto, che fare? Io ho spesso criticato molte delle regole che abbiamo. Però riesco a capire che non possiamo vivere e convivere senza regole. Se Grillo non le rispetta o non le accetta, le regole che abbiamo debbono rifiutare lui. Per esempio, se il suo non è un partito, allora i suoi eletti non hanno il diritto di costituire un gruppo parlamentare né di usufruire dei benefici connessi (per esempio di utilizzare una sede che grava sul bilancio del Parlamento). E prima di precipitarsi a cercare di «comprarli» (così direbbe Grillo) qualcuno ci dovrebbe spiegare che razza di rappresentanti sono”.

Il viatico per il governo rischia di finire su un binario morto. La nota politica di Massimo Franco:

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“Pier Luigi Bersani ha il viatico del suo partito per Palazzo Chigi. E probabilmente riceverà dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, l’incarico per formare un governo. Ma il primo ad essere scettico sulla possibilità che ci riesca sembra proprio il Pd. La quasi unanimità raccolta ieri dal segretario è quella di una forza politica convinta di vincere il 24 e 25 febbraio, e traumatizzata dai risultati elettorali; e adesso, costretta a rendersi conto che i numeri parlamentari non permetteranno probabilmente alla sinistra di avere un presidente del Consiglio. L’alternativa del voto anticipato rimane sullo sfondo, ma almeno in apparenza si è allontanata.
La regia della crisi è nelle mani del Quirinale. Nel conflitto latente fra le ambizioni di Bersani e il realismo del capo dello Stato, sta lentamente prevalendo il secondo. Tra la nebbia fitta dei veti incrociati e di una campagna elettorale mai finita, si intravede la sagoma di un possibile «governo del Presidente». Ma i contorni sono sfuocati, e la stessa maggioranza che dovrebbe sostenerlo per il momento non prende corpo; né è scontato che riesca a materializzarsi in tempi brevi”.

I 5 Stelle crescono di altri 3 punti E superano il centrodestra. Il sondaggio di Renato Mannheimer:

“Il risultato delle elezioni ha sorpreso larga parte del mondo politico e dei cittadini. E ha comportato, sin qui, una vera e propria impasse istituzionale. Il Pd ha proposto una sorta di intesa con il Movimento 5 Stelle, ma quest’ultimo ha dichiarato di respingerla. Il Pdl propone un governo di unità nazionale con il Pd, ma il partito di Bersani lo esclude. Non rimarrebbe che l’ipotesi di nuove elezioni, respinta però dalla maggior parte della popolazione e anche da quasi tutte le forze politiche. L’unica componente che sembra vedere con favore l’ipotesi di votare a breve è il Movimento 5 Stelle. Grillo ha infatti dichiarato di puntare a un successo ancora maggiore in una prossima consultazione, che «mandi a casa» le forze politiche tradizionali e apra la prospettiva di un governo guidato dal M5S.
Nessuno sa se uno scenario del genere possa trovare riscontro nella realtà. Ma, certo, gli studi sulle intenzioni di voto condotti negli ultimi giorni (quello che pubblichiamo è stato realizzato ieri) mostrano una ulteriore crescita (di più del 3%) degli elettori che dichiarano di voler optare per il partito di Grillo, che lo porta a sfiorare il 29%. Un risultato simile è stato presentato anche da Ipsos che dà una valutazione ancora superiore al seguito del M5S, stimandolo al 29,4%”.

Il biglietto: «Ho fatto una cavolata» Suicidio al Monte dei Paschi. Articolo di Marco Gasperetti:

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“Si era trattenuto sino a tardi nel suo ufficio di Rocca Salimbeni, nell’antico palazzo della banca. Lo faceva spesso David Rossi, 51 anni, giornalista, direttore dell’Area comunicazione del Monte dei Paschi di Siena. E dopo l’inchiesta e i sequestri di questi mesi lavorare instancabilmente per ore e ore era una consuetudine. «Qui non si finisce mai, ma noi facciamo il nostro dovere. Sempre», confessava agli amici con orgoglio. Ieri però, inattesa e per ora inspiegabile, è arrivata la tragedia. Rossi intorno alle 20.43 si è avvicinato alla finestra del suo ufficio al quarto piano del palazzo storico e si è gettato nel vuoto da un’altezza di 10 metri. È morto sul colpo precipitando nel cortile interno della banca. L’allarme lo ha dato il suo segretario che, entrato nell’ufficio del giornalista, ha visto la finestra aperta, si è affacciato e ha scorto nell’oscurità il corpo in strada. L’uomo ha poi chiamato il 118, ma non c’era più niente da fare. Il medico ha potuto soltanto constatare la morte”.

La prima pagine de La Repubblica: “Mps, suicidio shock. Il capo comunicazione si lancia nel cortile della banca”.

La Stampa: “Bersani, il programma a Napolitano”. Matteo, un po’ dentro, un po’ fuori. Editoriale di Federico Geremicca:

“La faccia di Matteo Renzi in tv in una carrellata che riprende D’Alema, Bersani, Epifani, Marini e chissà chi altro; oppure un primo piano zoomato che lo porta nelle case degli italiani,a ora di pranzo, mentre parla alla piccola tribuna del Partito democratico avendo affianco, magari, il presidente Rosy Bindi”.

Il buongiorno di Massimo Gramellini:

“Ecco la lettera che mi è capitato di ricevere al posto di quella sul rimborso dell’Imu. «Gentili elettori ma soprattutto elettrici, il signor Bersani ha affermato che non esiste un piano B. Quell’uomo è un dilettante della bugia ,lasciatevelo dire da un professionista. Ilpiano B esiste eccome. Sono io. Mettetevi comode ed eleganti che vi spiego. Il grillo e la volpe Casaleggio – gli ho offerto dieci milioni di euro più Scilipoti per sapere quale marca di shampoo usa – non voteranno mai nessun governo: politico, tecnico, tecnico-tattico. Qualcuno ha fatto girare il nome di Giacobbo per un governo Voyager che ci porti al voto con una legge elettorale a triplo turno ritrovata in un’anfora babilonese, ma si tratta di una bufala: Casaleggio lo vuole sottosegretario agli esteri per i rapporti con gli alieni”.

Mps, si uccide il capo della comunicazione. Articolo di Luca Fornovo:

“Dallo scandalo Mps si è arrivati purtroppo alla tragedia. Ieri alle nove di sera, uno dei dirigenti della banca, il responsabile della comunicazione David Rossi, 52 anni, si è suicidato, gettandosi da una finestra del suo ufficio di Rocca Salimbeni, sede storica del Montepaschi. Cadendo nel cortile interno, Rossi è morto poco dopo l’impatto al suolo. Sul posto sono intervenuti il 118 e la polizia, ma sono stati inutili i tentativi di rianimarlo. Gli investigatori avrebbero trovato un foglietto accartocciato con sopra scritto: «Ho fatto una cavolata». Questo l’unico riscontro a poche ore dalla tragedia su cui è stata aperta un’inchiesta. Rossi era sotto pressione da tempo per il lavoro di comunicazione sempre più difficile e delicato da svolgere in banca e per lo scandalo giudiziario di Mps. L’inchiesta era partita dall’acquisizione di Antonveneta, fatta da Mps nel 2007 a caro prezzo (oltre 9 miliardi) e si è allargata di recenti a molti filoni. Tra i più importanti, il caso dei derivati Santorini e Alexandria, che hanno causato alla banca perdite per 730 milioni nel bilancio 2012”.

Venezuela. I timori di Obama per il petrolio. Scrive Francesco Semprini:

“Il petrolio prima di tutto. Tra le conseguenze che la morte di Hugo Chavez è destinata a provocare, le ricadute sul mercato petrolifero sono quelle su cui si concentra l’attenzione di Washington, ancor più dei risvolti politici interni ed esterni. L’oro nero è la spina dorsale dell’economia venezuelana che ne produce due milioni di barili al giorno, permettendo a Caracas di essere uno dei maggiori esportatori del Pianeta. E il quarto fornitore degli Stati Uniti, con 906 mila barili al giorno che entrano ancor oggi negli States nonostante la crociata di Barack Obama per l’indipendenza energetica. Chavez stesso utilizzò la sua «armata nera» per far breccia nel cuore degli americani quando in partnership con Citizens energy, la no-profit di Joseph Kennedy II, rifornì a titolo gratuito 25 Stati Usa di combustibile da riscaldamento destinati alle famiglie disagiate”.

Il Giornale: “Caccia a Silvio. Pdl sveglia”. Il Cavaliere salvo se diventa di sinistra. Editoriale di Vittorio Feltri:

Quello che comincio a scrivere è un arti­colo aspramente critico nei confron­ti di Silvio Berlusconi. Lo pubblico sul Giornale della sua famiglia non per ingratitudine, ma per coerenza col mio pensiero talmente debole da essermi ve­nuto in mente soltanto tre minuti fa, dopo una ge­stazione quasi ventennale. Vado subito al sodo. Il Cavaliere nella sua vita ha commesso un solo grave, imperdonabile errore che gli ha reso e gli rende impossibile l’esistenza. Questo: ha sba­gliato non a fondare un partito, ma a fondarlo di destra. O di centrodestra, che è anche peggio. Se proprio non resisteva alla tentazione di dare cor­po a un’inedita forza politica, perdio, doveva mettere in piedi un colosso di sinistra, più a sini­stra di quello postcomunista guidato da Achille Occhetto,poi da Massimo D’Alema,poi da Piero Fassino, poi da Walter Veltroni, poi da Dario Franceschini e, infine, da Pier Luigi Bersani.
Parliamoci con franchezza. Il Partito democra­tico non è abbastanza progressista. Anzi, non lo è affatto. Sembra il club della caccia: conservato­re, moralista, legato alle banche (ne cito una a ca­so: il Monte dei Paschi di Siena), ossessionato dal denaro, legatissimo alle coop, innamorato dei sa­lotti chic, del cinema, dello spettacolo in genere, dei comici, dei satirici, dei ricconi con l’anima bella,delicata,sensibile all’integrazione degli ex­tracomunitari, indulgente verso le ragioni degli islamisti”.

Il Fatto Quotidiano: “Mancano i soldi. Qualcuno spara: 3 morti a Perugia”. Mission Impossible. Editoriale di Marco Travaglio:

“Ieri Bersani era chiamato al massimo sforzo per rendere almeno possibile la mission impossible di un governo Pd-M 5 S. E in un certo senso il suo massimo l’ha dato con gli 8 punti del “nuovo” programma. Purtroppo il suo massimo è molto meno del minimo che potrebbe consentire ai neoeletti del M 5 S di giustificare davanti ai loro elettori l’eventuale appoggio a un governo. E quel minimo potrebbe garantirlo solo un’alta personalità della società civile, non compromessa con i partiti e gl’inciuci dell’ultimo ventennio: come ha proposto Santoro. Anche perché dire “mai al governo con B” mentre si governa con B. da 16 mesi, fa sorridere (“mai più al governo con B.” sarebbe più credibile). Intendiamoci: fra gli 8 punti ci sono anche cose buone. Che però – a parte la legge elettorale alla francese – sono pure le più vaghe o diluite in tempi lunghi (e nei tempi lunghi saremo tutti morti): rinegoziare in Europa i vincoli di bilancio, peraltro sottoscritti da Monti con l’appoggio del Pd; salario minimo per chi non ha lavoro, che peraltro il Pd definiva insostenibile quando lo proponeva Grillo; norme costituzionali per abrogare le province e dimezzare i parlamentari; legge sulla responsabilità giuridica dei partiti; tagli e taglietti qua e là su compensi e poltrone negli enti locali; nuove norme su corruzione, falso in bilancio, reati fiscali, autoriciclaggio, voto di scambio e addirittura riforma della prescrizione (appena accorciata dalla legge Severino, su proposta del Pd, con salvataggio di Penati e delle coop rosse); e altri bei propositi”.