Terremoto centro Italia: ricostruzione al palo. I soldi ci sono, ma la burocrazia ferma tutto

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Ottobre 2017 - 13:09 OLTRE 6 MESI FA
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Terremoto centro Italia: ricostruzione al palo. I soldi ci sono, ma la burocrazia ferma tutto

ARQUATA DEL TRONTO (ASCOLI PICENO) – Ad un anno dal terremoto che il 30 ottobre del 2016 diede il colpo di grazia al centro Italia già duramente colpito dal sisma di agosto la ricostruzione è ferma, nonostante i soldi ci siano.

La denuncia arriva dal Messaggero. Italo Carmignani è tornato sui luoghi dell’Appennino devastati: 140 Comuni e 44 desolate zone rosse in cui tutto è rimasto fermo ad un anno fa, racconta il quotidiano romano:

“Per un motivo semplicissimo: non è mai terminata la fase dell’emergenza, siamo indietro con le casette, quanto con le macerie. E pare che più se ne parli e più si vada indietro”. Semplicità appenninica e nome mitologico, Aleandro Petrucci, sindaco di Arquata del Tronto, la spiega come la sa nel giorno in cui il calendario racconta della scossa 6.5 della scala Richter delle 7,40 di un anno fa che mise in ginocchio Marche e Umbria lasciando intatta Amatrice perché è difficile distruggere le macerie. Da allora, sul fronte casette, tanto per fare un esempio, su 3.570 moduli richiesti nelle quattro regioni colpite, quelle consegnate sono 995.

(…)  Il punto è sempre lo stesso, la burocrazia e le procedure, che si tratti di macerie, di casette o ancora della ricostruzione vera. Ma anche le velocità sono diverse: se Norcia ha preparato fin dall’ottobre del 2016 le aree per ospitare le casette, chiamate in gergo Sae, altri comuni si sono messi all’opera solo di recente. Perché? «Semplice ricorda Nicola Alemanno, sindaco di Norcia molti comuni fino a poco tempo fa non erano raggiungibili perché non c’erano le strade. L’esempio arriva da Castelluccio».

La madre di tutti i ritardi sono le macerie. Paola De Micheli, il commissario straordinario, ha spiegato al Messaggero: «Le macerie degli edifici pubblici sono state tutte rimosse, restano quelle dei privati e qui sta il problema: i privati hanno il diritto di scegliersi la ditta che rimuove i detriti e non sempre è facile farli mettere d’accordo». (…) Altro capitolo sono gli abusi edilizi: se la casa da ristrutturare è interessata dal problema allora rischia di non prendere i finanziamenti.

(…) Forte di una confidenza con l’economia, il commissario De Micheli l’ha detto subito: «I soldi ci sono, non sono quelli il problema». E nessuno meglio dei sindaci che hanno vissuto la seconda terribile parte dell’ultimo sisma appenninico lo sa. La più violenta tra le scosse, quella ricordata oggi, ha allargato in maniera abnorme il cratere del terremoto, portando gli 8 miliardi di danni stimati dopo le scosse del 24 agosto ad oltre 22, poco meno dell’1,4% del Pil nazionale. Oltre ai due miliardi europei annunciati dal presidente Tajani e già in viaggio verso l’Italia, ci sono altri 5 miliardi di finanziamenti per la ricostruzione in Centro Italia. Metafora della ricostruzione, il centometrista ai blocchi di partenza ora avrebbe anche l’energia economica per scattare con slancio verso il traguardo. Quando verrà sparato il colpo?