Terrorismo, no di Germania e Italia a modificare Trattato di Schengen

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Gennaio 2015 - 10:09 OLTRE 6 MESI FA
Terrorismo, no di Germania e Italia a modificare Trattato di Schengen

Terrorismo, no di Germania e Italia a modificare Trattato di Schengen

ROMA – Gli attentati di matrice islamica in Francia hanno provocato un acceso dibattito sul futuro delle politiche migratorie in Europa e sui modi di rafforzare il coordinamento tra autorità nazionali in un ambito, quello della sicurezza, che rimane competenza dei paesi. Alcuni governi hanno chiesto anche modifiche del Trattato di Schengen che ha liberalizzato il passaggio delle frontiere. Sia Berlino che Bruxelles hanno risposto con freddezza a questa proposta.

Come riporta Beda Romano sul Sole 24 Ore,

il tema del terrorismo islamico è sentito in molti paesi, non solo in Francia. Da settimane il gruppo anti-islamico Pegida manifesta a Dresda contro l’immigrazione musulmana. Ieri la cancelliera Angela Merkel ha annunciato che oggi a Berlino parteciperà a una cerimonia commemorativa dei fatti parigini insieme ad alcune organizzazioni musulmane. Alcuni esponenti politici, tra cui il ministro degli Interni spagnolo Jorge Fernández Díaz, hanno chiesto di rivedere in senso restrittivo le regole di Schengen.

Su questo fronte, la signora Merkel è sembrata perentoria: l’accordo di Schengen «non è in discussione». Piuttosto è «importante» che attraverso Schengen «si scambino le informazioni» e «che la Germania possa fidarsi della sicurezza delle sue frontiere con una stretta collaborazione con i partner». Altri paesi, tra cui l’Italia, sono sulla stessa linea. A Roma, Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha detto che sarebbe «un prezzo inaccettabile da pagare al terrorismo».

Anche da parte della Commissione europea è giunta una frenata. La portavoce Natasha Bertaud ha notato che le regole attuali permettono un miglior controllo delle frontiere esterne dell’Unione. «La Commissione – ha detto – è aperta a una eventuale modifica delle regole di Schengen, ma crede che come prima tappa sia necessario applicare pienamente le norme attuali». A conferma delle tensioni tra i Ventotto, da Budapest il presidente ungherese Viktor Orbán ha detto che «l’immigrazione è una cattiva cosa».