Università, concorso truccato: 12 anni per avere giustizia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Gennaio 2014 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA
Concorso truccato, 12 anni per avere giustizia.

Il Policlinico di Bari (LaPresse)

ROMA – “Quando l’ho fatto non è che fossi proprio un centenario…”. Per avere giustizia, il professor Francesco Loperfido, docente associato di cardiologia all’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha dovuto aspettare un po’: 12 anni.

Tanto c’è voluto perché i giudici amministrativi mettessero la parola fine a un concorso trascinatosi per oltre un decennio, e che lo ha visto contrapposto al professor Stefano Favale, nel frattempo divenuto primario di Cardiologia del Policlinico Bari in concomitanza con l’uscita di scena di Paolo Rizzon, ora sotto processo con l’accusa di aver pilotato i concorsi di Cardiologia in tutta Italia fra la fine degli anni Novanta e il 2002.

Racconta Carlo Di Foggia sul Fatto Quotidiano:

A Bari, Loperfido e Favale concorrevano all’idoneità da ordinario, poi ottenuta da quest’ultimo. Ora il Consiglio di Stato ha definitivamente ribaltato tutto. “Potrò andare in pensione, fra un anno, con l’idoneità che mi spettava, ma di cui ovviamente non me ne faccio molto…”, sorride Loperfido. Quasi non ci sperava più.

NEL 2007, dopo un primo round di ricorsi amministrativi, lo stesso Consiglio di Stato aveva annullato le valutazioni fatte dalla commissione esaminatrice del concorso che avevano assegnato a Favale il secondo posto. L’anno dopo, dovendo rispettare l’obbligo, l’allora rettore Giovanni Girone ordina una nuova valutazione, che però affida alla stessa commissione contestata, che ovviamente conferma i risultati. La decisione viene quindi nuovamente annullata dal Tar della Puglia, che ribadisce le numerose anomalie nei giudizi. “Motivi di opportunità e trasparenza imponevano al rettore di affidare il giudizio a una nuova commissione”, scrivono i giudici, visto che la precedente non solo “ha abbondantemente dimostrato di ritenere di non dover rendere conto del proprio operato a nessun organo o autorità”, ma anche di “non essere in grado di mantenere, nonostante i rilievi della giustizia amministrativa, serenità e imparzialità di giudizio”.

La valutazione si doveva quindi ripetere . Ma, ancora una volta, nessuno si muove per riaprire i risultati. Favale ricorre invece in appello. Perderà anche lì, e si vedrà rispondere dai giudici che il danno in realtà l’ha subito il suo concorrente.

I RICORSI INCROCIATI sono continuati fino alla sentenza “definitiva”, arrivata lo scorso 16 gennaio, che ha concesso l’idoneità al professor Lo-perfido e chiuso definitivamente il contenzioso: “Si ritiene – scrivono i giudici – che ormai non residuerebbe comunque in capo all’Università degli Studi di Bari alcun apprezzabile margine di valutazione per pervenire a un esito diverso rispetto alla nomina del prof. Loperfido”. L’altro candidato dovrebbe decadere, come previsto dalla prima sentenza (…)