Usura delle banche, boom di cause. E spesso vince il cliente

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Marzo 2015 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA
Usura delle banche, boom di cause. E spesso vince il cliente

Usura delle banche, boom di cause. E spesso vince il cliente

ROMA – Sono sempre di più gli imprenditori che vedono nella banca il loro strozzino. E non è una lamentela generica: è un’accusa che finisce davanti a un tribunale e che, come racconta su Repubblica Andrea Greco, finisce con le banche condannate e i cittadini risarciti. Con una grande eccezione: Milano la città dove le banche non perdono quasi mai. Una anomalia dovuta al fatto che a livello di diritto ci sono due orientamenti contrapposti.  Uno premia il cliente, l’altro le banche. Come è possibile lo spiega Greco:

Da tre anni i contenziosi tra imprenditori e istituti si moltiplicano, e mettono alla prova una normativa ambigua, interpretabile dai giudici e soggetta alle pressioni ambientali delle banche, per difendersi da un nuovo avversario: il cliente. Tutto avviene in punta di diritto, con due giurisprudenze contrapposte: la prima richiama le fonti normative, che dalla legge 108/96 conteggiano, nell’usura, tutti gli interessi applicati a un prestito; la seconda sfronda alcuni costi e ne estrae dal calcolo altri, in base alle circolari di Banca d’Italia, e si rivela più clemente con gli istituti. Forse non è un caso che la seconda linea sia prevalente al foro di Milano, dove molte banche italiane hanno sede.

Le norme non aiutano a fare chiarezza. Ancora Repubblica:

I tassi soglia di usura sono vari: attualmente vanno dall’8,33% annuo dei mutui ipotecari variabili al 24,9% del credito rotativo (revolving). La cronaca è ricca di spunti, perché sono sempre più le imprese in difficoltà che si spingono a chiamare in correo le banche, con cui i rapporti — anche per la stretta creditizia — non sono buoni come un tempo. Anche le parcelle sono più leggere: la concorrenza tra studi legali ha ridotto da una decina a poche migliaia gli onorari per tentare di rivalersi contro gli istituti.

Di solito, secondo i dati della Fondazione Sdl di Brescia su 150mila prodotti bancari analizzati un 71% presenta usura oggettiva ai sensi del codice penale, e le 19mila pratiche intentate per i clienti hanno portato, quasi sempre per transazione, a recuperare decine di milioni:

Negli ultimi mesi i tribunali di Fermo, Teramo, Pavia, Enna, Palermo, Trani, Pescara, Mantova, hanno condannato diverse banche a rifondere interessi usurari, quasi sempre ravvisando il superamento delle soglie perché sui mutui si applicava il tasso di mora su tutto l’importo (non solo sulla rata scaduta), o perché sui conti correnti il tasso cresceva per le spese di estinzione, scoperto o capitalizzazione trimestrale di interessi (anatocismo).

Solo a Milano le banche non perdono quasi mai. Perché lo spiega ancora Greco:

Uno dei casi il 9 gennaio, quando il gip ha chiesto l’archiviazione della querela di Ilcos srl a Intesa Sanpaolo su mutui e prestiti per qualche milione. «Il ricalcolo del tasso effettivo globale, inclusa Cms e depurato da effetti anatosictici, registra un superamento del tasso soglia di usura assolutamente sporadico (quattro trimestri in un decennio) e uno scostamento di modesta entità, pari a 3.655 euro», riporta il dispositivo. Per la stessa somma a Palermo il direttore generale di Banca Nuova è stato appena condannato per usura, otto mesi. «Vinciamo cause per usura in tutta Italia — dice Monica Pagano, legale di Ilcos — ma a Milano in genere le archiviano in pochi giorni perché il fatto non sussiste ». Nei corridoi della procura meneghina si spiega il trend per il fatto che qui le banche arruolano i migliori difensori e periti, e usano un software che le “scagiona”, perché non appena un prestito sconfina nell’usura rimborsa l’eccedenza ai clienti