Vaticano. Come si diventa Santo? Milioni di € in cassa Ior

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Novembre 2015 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA
Vaticano. Come si diventa Santo? Milioni di € in cassa Ior

Vaticano. Come si diventa Santo? Milioni di € in cassa Ior

ROMA – I Santi si comprano anche nella Chiesa di oggi. Saranno passati esattamente 500 anni nel 2016 da quando Martin Lutero avviò uno scisma che spaccò in due l’Europa cristiana partendo proprio dal commercio delle indulgenze ma a quanto pare la simonia è ancora un peccato diffuso nella Chiesa cattolica e la testa del demonio si annida proprio in Vaticano. La rivelzione è di Valentina Errante sul Messaggero di Roma e è di una portata quasi esplosiva. Tutto parte dall’inchiesta sulle fughe di notizie e documenti che vede per protagonisti Francesca Immacolata Chaouqui e monsignor Vallejo Balda.

Scrive Valentina Errante:
“Sul capitolo scottante dei possibili ricatti al Vaticano attraverso il materiale trafugato, c’è anche quello sulla ”santità” comprata. Uno scandalo che avrebbe avuto di certo grande impatto sui fedeli. Le norme istituite da Giovanni Paolo II prevedevano che il postulatore di santità, religioso o laico, che promuoveva la causa presso Santa sede, dovesse aprire un conto di appoggio per avviare la pratica. Il deposito bancario presso lo Ior era indispensabile per le ricerche da eseguire sulla vita e i prodigi del futuro beato. I soldi, invece, spesso sarebbero serviti a pagare tangenti per ottenere più testimonianze e superare l’istruttoria. I depositi raggiungevano cifre astronomiche, tanto più che i ”postulatori” agivano per conto degli ordini e delle congregazioni religiose, interessate ad annoverare un numero sempre maggiore di santi nelle proprie fila. Anche questa era una forma di potere”.
Una notizia devastante per milioni di fedeli, un po’ meno per chi ha sempre considerato la scelta di santi e beati da parte della Chiesa di Roma come frutto di indirizzi politici. Una volta erano re e regine, a prescindere dalla loro effettiva aderenza alla Fede. Bigotti lo erano tutti, ma santi lo sono diventati la regina che convertì i russi, il re che converti gli ungheresi, e la stessa madre di Cistantino, Elena, sul cui passato i maligni proiettano ombre più vicine a quelle della Maddalena che non a quelle della Madonna. Anche i grandi santi italiani del Medio Evo, come Benedetto e Francescom oltre che per i risultati politici e operativi conseguiti, erano uniiti da una comune origine di ricchezza e nobiltà (Francesco la sognava, ma il padre comunque era molto ricco). I primi santi proletari sono comparsi come una delle armi per combattere il socialismo. Ora invece, nella cronaca di Valentina Errante, compare semplicemente il nome di don Bancomat,
“don Evaldo Biasini, il religioso coinvolto nell’inchiesta sui Grandi Eventi e il G8 della Maddalena. Era stata la grande disponibilità di contante ad assicurargli l’appellativo di ”don Bancomat”, così lo chiamavano l’imprenditore Diego Anemone e il presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici Balducci. Andando a ritroso nell’esame di uno dei tredici conti intestati al religioso, alla voce ”postulatore” risultavano, fino al 2000, movimentazioni per due miliardi e mezzo di vecchie lire. E’ stato Papa Francesco a controllare anche queste voci e ad accorgersi dell’attività di Biasini e di molti altri, come il postulatore di santità Francesco Ricci, il domenicano, rettore della chiesa Santa Sabina all’Aventino che tra il 2000 e il 2007 ha affidato un milione e 600mila euro al broker Gianfranco Lande. Così Francesco ha anche cambiato le regole. Adesso sul conto d’appoggio aperto dai postulatori non si possono depositare più di 25 mila euro”.