Vincenzo Nibali, stagione perfetta: da schiaffo Slongo a richiamo di Vinokourov

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Luglio 2014 - 09:49 OLTRE 6 MESI FA
Vincenzo Nibali, stagione perfetta: da schiaffo Slongo a richiamo di Vinokourov

Vincenzo Nibali con la maglia gialla (LaPresse)

ROMA – La stagione perfetta del campione di ciclismo Vincenzo Nibali passa per alcuni episodio decisivi: dallo schiaffo di Slongo, al richiamo di Vinokourov, per arrivare poi all’attualità del Tour de France. 

Ne parla Il Corriere della Sera nella sua edizione cartacea a pagina 48, in un articolo a firma di Marco Bonarrigo che riporteremo di seguito per la nostra rassegna stampa quotidiana.

“Una mail può cambiarti la vita. Due possono farti vincere il Tour. Metà dello scorso gennaio: Paolo Slongo, allenatore di Nibali, riceve da Vincenzo il consueto messaggio di posta elettronica con gli allenamenti settimanali. Decodifica i file, scuote la testa, risponde al volo: «Domani vengo a Lugano. Fatti trovare a casa: dobbiamo parlare». Slongo:

«Non sono un duro, ma con Vincenzo ho dovuto giocare a farlo. Durante un ritiro mi è capitato di invitarlo a fare le valigie e tornarsene a casa. Se non ci metti impegno, era il concetto, perdi tempo e ne fai perdere a me. A Lugano gli ho detto che, continuando così, al Tour avrebbe fatto una figura da chiodi. La settimana dopo era un altro corridore».

Nibali non è un pigro, ha l’indole del corridore di altri tempi. A fine stagione seppellisce la bici in cantina, prende peso e quindi fatica a rimettersi in moto. La nascita di sua figlia Emma non è stato un incentivo ad affrettare i tempi.

L’«inverno un po’ balordo di Nibali» (la definizione è di Davide Cassani, il c.t. della nazionale) è stato, paradossalmente, la prima chiave del suo Tour fino a oggi vincente. Da marzo a maggio il siciliano ha sofferto per trovare il ritmo giusto, incassando pesanti debacle alla Milano-Sanremo e alla Parigi-Nizza e guadagnando solo una risicata sufficienza alla Liegi. È lì che è arrivato il «richiamo» dell’Astana («Se continuate a non vincere, assieme a voi salta tutta la squadra» gli ha scritto via mail l’algido boss Vinokourov).

È stato il secondo pungolo dell’anno dopo il sermone invernale di Slongo. Nibali ha incassato, meditato, sofferto un durissimo Giro del Delfinato corso sempre aggrappato alla ruota di un Contador che sembrava atleta di un altro pianeta. Poi è cambiato tutto. L’inverno frenetico e nevrotico dei favoritissimi Froome e Contador ha fatto compiere loro un errore tanto classico quanto grave: l’anticipo del picco di forma. A Leeds sono arrivati in calando, nervosi, pieni di acciacchi.

Nibali, come da manuale del corridore perfetto, è partito con un chilo di troppo, l’ha smaltito soltanto adesso, dopo due settimane di corsa. Si è comportato come uno studente di talento, ma un po’ pigro, che ha terminato il primo trimestre pieno d’insufficienze. Rimboccate le maniche, è diventato (aspettando l’esame di maturità sui Pirenei) il più bravo della classe”.

Foto LaPresse.