Ago incandescente per sciogliere il tumore. L’innovativa tecnica a Chioggia

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2016 - 10:23 OLTRE 6 MESI FA
Tumore si asporta con un ago incandescente. L'innovativa tecnica a Chioggia

Tumore si asporta con un ago incandescente. L’innovativa tecnica a Chioggia

VENEZIA – Un ago incandescente per “sciogliere” il tumore. Non è fantascienza ma la nuova frontiera della chirurgia, sperimentata per la prima volta all’Ospedale di Chioggia (Venezia). Il paziente, un uomo di 65 anni con una massa tumorale al fegato, è stato operato in anestesia locale, senza tagli né ricoveri. Sono bastati pochi minuti in sala operatoria e un cerottino per coprire il minuscolo foro di entrata per fare quello che generalmente richiede dolorose incisioni addominali, anestesie totali e lunghe degenze.

L’innovativa tecnica si chiama termoablazione ed è una procedura non invasiva che consente di asportare il cancro senza dover subire un intervento chirurgico. Viene utilizzata in caso di tumori in fase precoce o di piccole dimensioni, tumori altrimenti inoperabili, con pazienti che non possono essere sottoposti ad anestesia generale, in alcune metastasi epatiche, in lesioni ricorrenti e progressive e in attesa di un trapianto.

Per testimoniare l’eccezionalità dell’evento, i chirurghi di Chioggia hanno aperto le porte della sala operatoria anche ai giornalisti. Tra questi c’era anche Elisabetta Boscolo Anzoletti del quotidiano La Nuova Venezia. Questo il suo resoconto:

Sono le 8.30 quando iniziano le operazioni di preparazione all’intervento. Il paziente, del tutto cosciente, segue passo passo quanto il primario di chirurgia Salvatore Ramuscello spiega ai non addetti ai lavori. «Dopo l’anestesia locale», precisa il primario, «faremo un foro con un’antenna che ci permetterà di arrivare alla massa tumorale sul fegato. Raggiunto il punto, guidati dall’ecografo, scioglieremo la metastasi con le microonde. Il paziente non sentirà alcun dolore, chiuso l’intervento sarà accompagnato in reparto per qualche ora e prima di sera tornerà a casa».

La termoablazione è iniziata alle 9.15 e si è conclusa dopo una decina di minuti con un minuscolo cerotto a coprire il forellino e il sorriso soddisfatto del paziente. L’intervento è stato eseguito dal dottor Mario Della Loggia, responsabile del servizio di ecografia interventistica.

«Oggi si segna una svolta nel nostro ospedale», spiegano Ramuscello e Dalla Loggia, «possiamo intervenire su tumori importanti con una tecnica mini invasiva che consente altissima precisione. La termoablazione ci permette di agire localmente, delimitando e colpendo solo l’area interessata dalla malattia. Persino l’intensità di calore e la durata dell’intervento vengono tarate sulla grandezza del tumore da distruggere. In questo modo evitiamo l’asportazione chirurgica, rendendo possibile il trattamento anche su pazienti che presentano quadri clinici complessi, quindi inoperabili e fragili, con tempi di ricovero più brevi e una migliore ripresa funzionale. Va specificato che questa tecnica non può essere utilizzata su tutti i pazienti perché la massa deve essere raggiungibile, non nascosta e non superiore a certe dimensioni».