Assistenti sessuali per disabili, petizione per legalizzarli in Italia

Pubblicato il 28 Gennaio 2013 - 20:40| Aggiornato il 9 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gli assistenti sessuali per disabili potrebbero diventare realtà anche in Italia. Max Ulivieri, web designer con una grave disabilità, è il promotore di un appello per arrivare al riconoscimento legale di un servizio che in altri Paesi è a carico dello Stato. E non c’entra nulla con la prostituzione.

La petizione è stata lanciata lo scorso novembre, e in questi pochi mesi ha già raccolto 1.600 adesioni, per lo più da parte di persone senza alcun handicap. Il titolo è chiaro: “Consentire ai diversamente abili di avere una vita relazionale completa”.

Ulivieri e gli altri promotori dell’iniziativa sottolineano che l’assistente sessuale per disabili non c’entra nulla con chi offre prestazioni sessuali a pagamento. Si tratta di una “pratica” che implica comunicare e relazionarsi con un’altra persona. Un’opportunità rara per chi non ha un corpo autonomo.

“Determinate forme di disabilità, spiega Ulivieri a Repubblica, rendono impossibile l’uso delle mani, quasi tutte le forme di disabilità rendono difficoltosa, se non impossibile, l’interazione fisica e sessuale con partner adeguati, più spesso con qualunque tipo di partner consenziente”.

“In Svizzera, Danimarca, Olanda, Svezia e Germania ci sono associazioni che si occupano di questo tipo di assistenza. Addirittura in Olanda il servizio è a carico del servizio sanitario nazionale”.

“L’assistenza sessuale a persone con disabilità è praticata da operatori volontari che hanno seguito dei corsi in ambito medico, sessuologico, etico e psicologico e che hanno sviluppato una grande sensibilità verso gli altri. Una terapia vera e propria rivolta al benessere psicofisico di persone che, per un motivo o per l’altro, si trovano a non essere autonome nell’espressione dei propri bisogni di tipo sessuale e, in senso lato, erotico-affettivi. Persone che possono riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e di disagi quotidiani, attraverso il contatto, le carezze, il massaggio, gli abbracci, i giochi erotici o anche semplicemente la presenza, l’affetto e l’umanità. L’assistenza sessuale non prevede rapporti completi”.