Birra e luppolo contro il tumore: riducono la diffusione delle cellule malate

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 28 Settembre 2017 - 05:05 OLTRE 6 MESI FA
Birra e luppolo contro il tumore: riducono la diffusione delle cellule malate

Birra e luppolo contro il tumore: riducono la diffusione delle cellule malate

PISA – Birra e luppolo contro il tumore: riducono la diffusione delle cellule malate. Una ricerca del dipartimento di Farmacia dell’università di Pisa coordinato da Armando Rossello ha permesso di scoprire una sostanza contenuta in birra e luppolo che agisce come “chiemioterapico naturale“. Si tratta dello Xantumolo, un flavonoide presente appunto in luppolo e birra e che è dotato di molte proprietà benefiche.

I risultati dello studio condotto da Rossello in collaborazione con il gruppo di Adriana Albini, direttrice del laboratorio di Biologia vascolare e angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, e di Douglas Noonan, dell’Università dell’Insubria di Varese, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica European Journal of Medicinal Chemistry. A riferire la novità è l’ateneo pisano il quale spiega che la ricerca ha permesso di scoprire nuove piccole molecole capaci di ridurre la diffusione delle cellule tumorali. Il composto naturale, di per sé in grado di ridurre l’angiogenesi tumorale, si legge in una nota dell’università,

“può ‘affamare’ il tumore inibendo i meccanismi grazie ai quali le cellule tumorali si procurano ossigeno e si diffondono nell’organismo”.

Due dei nuovi derivati dello Xantumolo brevettati, sono in grado di esercitare un’attività anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN, spiega Rosello:

“Questi nostri risultati aprono la strada per lo sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemiopreventivi efficaci, alternativi e a basso costo”.

La Albini ha poi sottolineato che il passo successivo da compiere è quello di testare i derivati del luppolo già brevettati per mettere a punto la giusta molecola a scopo preventivo:

“Il passo successivo sarà quello di testare i più attivi derivati brevettati del luppolo in modelli cellulari complessi e individuare i principali interruttori molecolari coinvolti nel loro effetto anti-angiogenico e anti-tumorale come possibili bersagli da colpire, sia in approcci terapeutici sia di prevenzione”.