Ippocampo “custode” ricordi recenti: speranza cura per epilessia e Alzheimer

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Giugno 2014 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Ippocampo "custode" ricordi recenti: speranza cura per epilessia e Alzheimer

Ippocampo “custode” ricordi recenti: speranza cura per epilessia e Alzheimer

ROMA – L’ippocampo, una piccola regione del cervello, è il “custode” dei ricordi recenti. Un gruppo di ricercatori americani dell‘Università di San Diego ha identificato i processi di immagazzinamento dei ricordi di episodi recenti cellula per cellula. Un processo che se svelato e compreso potrebbe rappresentare un nuovo approccio per la cura di patologie come l’Alzheimer e l’epilessia.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Pnas, ha analizzato 9 pazienti con epilessia nel cui cervello erano stati impiantati degli elettrodi per monitorare gli attacchi epilettici. Gli elettrodi hanno permesso il monitoraggio dell’attività celebrale di ogni neurone.

Ai soggetti coinvolti nello studio è stato chiesto di memorizzare una lista di parole dallo schermo di un computer. Poi i ricercatori gli hanno mostrato una seconda e più lunga lista, contente parole presenti anche nella prima. Ai pazienti è stato dunque chiesto di indicare quante parole fossero contenute in entrambe le liste. Monitorando l’attività celebrale i ricercatori hanno scoperto che le cellule dell’ippocampo custodivano i ricordi delle parole appena memorizzate.

In particolare, i ricercatori hanno scoperto che le parole viste recentemente erano immagazzinate ovunque nell’ippocampo in una piccola frazione di cellule, pari al 2%, che reagiva a qualsiasi parola, e una piccola frazione di parole, circa il 3%, che produceva un forte cambiamento nell’attivare queste cellule. Quindi è solo una piccola frazione di cellule a codificare i ricordi recenti per ogni parola.

Gli scienziati sono convinti che il numero assoluto di cellule che codifichino i ricordi per ogni parola sia comunque grande, nell’ordine almeno di centinaia di migliaia. Questo implica che la perdita di una qualunque cellula ha un impatto insignificante sulla capacità di ricordare parole specifiche viste di recente. Il prossimo passo per gli studiosi sarà capire meglio come il cervello formi e rappresenti i ricordi di posti e cose di ogni giorno, quali cellule sono coinvolte e come sono colpite dalle malattie.