l’Iss scende in campo e afferma che le E-cig non sono innocue

Pubblicato il 1 Settembre 2014 - 09:37 OLTRE 6 MESI FA
Sigarette elettroniche

Sigarette elettroniche

ROMA – A pochi giorni dalla presa di posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulle sigarette elettroniche, con la raccomandazione di vietarne la vendita ai minori (divieto già previsto in Italia dal 2013) e l’uso nei luoghi pubblici chiusi, anche l’Istituto superiore di sanità (Iss) scende in campo, appoggiando il ”rigore” dell’Oms e affermando che le e-cig ”non sono innocue”. Valutazione condivisa pure dalla Società italiana di cardiologia, che chiede maggiori paletti.

L’Iss ”supporta l’approccio rigoroso dell’Oms in materia di sigarette elettroniche, auspicando che solo l’evidenza scientifica guidi ad un approccio di sanità pubblica”, ha sostenuto il commissario straordinario dell’Istituto, Walter Ricciardi, replicando alle recenti critiche dell’oncologo Umberto Veronesi alla posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità. Molti produttori di e-cig, avverte Ricciardi, ”fanno una serie di affermazioni non provate o francamente false inducendo il pubblico a credere che questi prodotti siano innocui, mentre come sottolineato dall’OMS e cominciato a dimostrare anche dall’Iss, non lo sono, e le evidenze scientifiche che le e-cig facciano smettere di fumare sono ancora limitatissime”.

Vi è invece ”evidenza – spiega – che la maggior parte degli utilizzatori di e-cig continuiao a fumare anche sigarette tradizionali e che essi abbiano scarsi o nulli benefici in termini di riduzione delle malattie cardio-vascolari, mentre tutti gli studi di popolazione fino ad oggi pubblicati mostrano in modo univoco che i fumatori che usano e-cig abbiano addirittura una minore probabilità di smettere di fumare”. Inoltre, vi è già una ”buona evidenza scientifica che le e-cig rilascino nell’ambiente emissioni di diverse sostanze tossiche per la salute umana. L’indicazione dell’OMS ad evitare l’uso delle e-cig negli spazi chiusi e nei luoghi pubblici – sottolinea il commissario straordinario – è finalizzata proprio a prevenire un’esposizione significativa a queste sostanze”.

Paletti all’utilizzo delle e-cig vengono chiesti anche dai cardiologi: ”La sigaretta elettronica fa comunque male, anche se meno di quelle tradizionali, e non risolve il problema della dipendenza”, ha affermato il presidente della Società Italiana di Cardiologia (Sic), Matteo Di Biase. Con l’e-cig, ha sottolineato, ”si assume comunque nicotina, e il rischio è quasi uguale a quelle tradizionali, almeno dal punto di vista cardiovascolare. Inoltre, a differenza delle sigarette, la quantità di sostanza contenuta non è definita, e si rischia di assumerne anche più del normale. A questo si aggiunge il fatto che è proprio la nicotina a creare dipendenza, per cui se al fumatore si dà quella elettronica non si riuscirà a farlo smettere”.

Secondo l’esperto, la posizione dell’Oms è dunque condivisibile: ”I paletti vanno messi – ha concluso Di Biase – anche perchè non ci sono ancora studi scientifici sulle e-cig che ne abbiano valutato gli effetti”.