Morbillo e rosolia, meno vaccini e virus più forti

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Ottobre 2016 - 14:20 OLTRE 6 MESI FA
Morbillo e rosolia, meno vaccini e virus più forti

Morbillo e rosolia, meno vaccini e virus più forti

ROMA – Sempre più genitori italiani scelgono di non vaccinare i propri figli e il risultato, va da sé, è che le malattie ritornano. Spesso più agguerrite di prima. Sono i dati allarmanti diffusi dal Ministero della Salute, Direzione generale per la prevenzione sanitaria. A destare maggiori preoccupazioni sono i numeri di morbillo e rosolia, due virus che sembravano in via di estinzione. Le vaccinazioni hanno perso ben 5 punti percentuali dal 2013 al 2015, dal 90,4% all’85,3%, rischiando di incrinare anche la credibilità internazionale del nostro Paese, impegnato dal 2003 in un piano di eliminazione dell’Oms e che ora rischia di fallire. Il presupposto per poter dichiarare una malattia infettiva ufficialmente debellata è che tutti i Paesi membri siano “liberi” dal virus.

La tendenza in negativo è confermata in tutte le Regioni italiane. In particolare nel 2015 la media per le vaccinazioni incluse nell’esavalente contro polio, tetano, difterite, epatite B, pertosse e Hib è scesa al 93,4%. Sebbene esistano importanti differenze tra le Regioni, solo 6 superano la soglia del 95%, raccomandata dall’Oms per la cosiddetta immunità di popolazione. Se almeno il 95% della popolazione è vaccinata, si proteggono indirettamente coloro che, per motivi di salute, non si sono potuti vaccinare.

In generale è dal 2013 che si registra un progressivo calo, “con il rischio di focolai epidemici di grosse dimensioni per malattie attualmente sotto controllo, e addirittura la ricomparsa di malattie non più circolanti nel nostro Paese”.

Questo trend è confermato anche dalle coperture vaccinali nazionali a 36 mesi per l’anno 2015, dato utile anche per monitorare la quota di bambini che, alla rilevazione vaccinale dell’anno precedente, erano inadempienti e sono stati recuperati, seppur in ritardo. “L’effettuazione delle vaccinazioni in ritardo, espone questi bambini a un inutile rischio di malattie infettive che possono essere anche gravi”. La riduzione delle coperture vaccinali comporterà un accumulo di bimbi suscettibili cosa che, “per malattie ancora endemiche (come morbillo, rosolia e pertosse), rappresenta un rischio concreto di estesi focolai epidemici, come già accaduto in passato. Infine, per malattie non presenti in Italia, ma potenzialmente introducibili, come polio e difterite, aumenta il rischio di casi sporadici autoctoni, in caso di importazioni di malati o portatori”, rileva il ministero della Salute.

Un maggiore sforzo di comunicazione e promozione e un piano di sviluppo di anagrafi vaccinali informatizzate, sarà disposto per arginare il fenomeno di diffidenza e ridurre così le sacche di non vaccinati. Il futuro Piano nazionale di prevenzione vaccinale, conclude il Ministero, “avrà un’offerta vaccinale più ampia e fornirà una base più solida per una maggiore uniformità dell’offerta vaccinale nel Paese”.