Padre Romano Zago, la ricetta: aloe arborescens, miele e grappa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2014 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA
Padre Romano Zago, la ricetta: aloe, miele e grappa

Aloe Arborescens

ROMA – Aloe Arborescens, e non l’aloe Vera, miele non trattato e grappa. Questa la ricetta di Padre Romano Zago presentata da Le Iene nella puntata del 16 aprile.

Se Padre Zago vanta proprietà antitumorali dell’aloe, proprietà assolutamente non verificate e scientificamente non provate, la pianta resta un antinfiammatorio naturale che può aiutare in caso di ustioni della pelle e di depurazione dell’organismo, sopratutto se si soffre di stipsi o colite.

Ovviamente non tutti traggono benefici dalla ricetta: l’aloe preparata nella ricetta di Padre Zago, ricetta molto usata anche con aloe vera e consigliata appunto a chi soffre di problemi gastrointestinali, può causare allergie in persone sensibili ai suoi principi attivi e anche forti gastriti a chi non tollera il suo succo.

Roberta Ragni di GreenMe spiega di essere venuta a conoscenza della ricetta dalla moglie di una persona malata di cancro e che ha deciso di tentare la cura:

“Avevamo scoperto in redazione qualche tempo fa questo nome e questa ricetta grazie alla segnalazione di una nostra lettrice, che l’aveva sperimentata sul marito malato di cancro (fortunatamente l’uomo è riuscito a sconfiggere il suo male), unitamente alle testimonianze di parenti e amici che hanno intrapreso questo percorso, più o meno felicemente”.

La ricetta si basa su tre ingredienti:

“Come mai miele e grappa (o cognac, o brandy) ad accompagnare le proprietà dell’aloe? “La spiegazione è semplice” dirà lo stesso Padre Romano. Ed in effetti è così. Il miele infatti, sempre che si tratti di miele d’api, naturale e non (troppo) trattato, ha la proprietà di veicolare, di condurre le sostanze curative contenute nel succo d’aloe, fino ai recettori più remoti del nostro organismo, consentendo al preparato di esercitare la sua azione benefica.

Quanto alla grappa, essa effettua un’azione di vasodilatazione, ovvero allarga i vasi sanguigni facilitando la depurazione generale dell’organismo. Il sangue può così purificarsi, eliminando le sostanze infettanti. Inoltre, l’organismo umano non sarebbe in grado di assorbire integralmente il liquido viscoso e ricco di proprietà, ovvero l’aloina, che sgorga quando si incide una pianta di aloe, senza scioglierlo in un distillato”.

Ecco il testo della ricetta:

Ingredienti:

350 grammi di foglie di Aloe Arborescens (non Aloe Vera Barbadensis), pari a 3-10 foglie a seconda della lunghezza
350 grammi di miele naturale di qualità (non artificiale e non millefiori)
10 ml di grappa, pari a un cucchiaino (non vanno bene alcool, vino, birra o liquori)

L’ideale, spiega il blog Aloe Arborescens è una pianta con foglie di 40 cm di lunghezza o più (5 anni o più), ma vanno benissimo anche piante con foglie da 20 centimetri almeno (2 anni di età).

1 – Tagliare le foglie, il gel non deve vedere mai la luce.

2 – Scegliere le foglie né troppo in alto perché sono troppo giovani, né quelle troppo in basso perché sono ingiallite e appassite.

3 – Coprirle dalla luce anche artificiale, basta metterle in un sacchetto di plastica non trasparente.

4 – Pulirle dalla polvere con uno straccio asciutto, non bagnarle con acqua.

5 – Tagliare via le spine con un coltello, lasciando tutta la buccia esterna.

6 – Tagliare a pezzetti e mettere in un frullatore insieme al miele.

7 – Quando si è ottenuta una crema verde semi-liquida, si mette in un barattolo opaco in cui non possa entrare la luce e si mette nel frigorifero (non in freezer).
La grappa non è necessaria e non va mescolata nel preparato: va bevuto un cucchiaino quando si assume il preparato per dilatare i vasi. Bisogna assumere 3 di questi barattoli più piccoli di fila senza interruzione. 3 barattoli più piccoli equivalgono quindi a un barattolo grande della ricetta originale.

Le dosi, come il numero delle foglie, sono indicative. Il preparato va assunto preferibilmente a stomaco vuoto per migliorare al massimo l’assorbimento dei principi attivi”.

Ovviamente l’articolo, come sottolinea la stessa Ragni, non vuole far credere che assumere aloe possa sconfiggere il cancro, né tantomeno lasciar pensare e illudere le persone malate, disposte a tentare qualsiasi strada per guarire, che la ricetta di Padre Zago sia una cura miracolosa:

“Lungi da noi il voler dare false speranze a chi è malato. Ovviamente non siamo medici e non possiamo accertare in alcun modo che questa ricetta faccia davvero guarire dal cancro. Nemmeno i casi di guarigione riportati sono sufficienti per fare letteratura scientifica”.