Parkinson, un microchip biocompatibile per “riparare” neuroni malati

Pubblicato il 6 Maggio 2013 - 15:30| Aggiornato il 14 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

BOLOGNA – Un microchip organico che potrebbe aprire la strada a nuove cure contro il parkinson o l’epilessia.  Una nuova tecnologia messa a punto dai ricercatori del Cnr di Bologna che consente di “manipolare” e “riparare” i   neuroni mal funzionanti nelle malattie neuro-degenerative, come appunto il parkinson e l’epilessia. La novità è frutto di una ricerca del Cnr pubblicata su Nature Materials. La messa a punto di una nuova tecnologia, definita elettronica organica trasparente, capace di ottenere informazioni in merito all’attività neuronale, apre infatti una nuova piattaforma d’indagine.

Si chiama Ocst ( (organic cell stimulating and sensing transistor), una sorta di transistor biocompatibile in grado di stimolare l’attività neuronale, manipolarla e leggerla attraverso uno strumento biocompatibile. ”Il dispositivo è costituito da un microchip organico trasparente sul quale vengono adagiate le reti neuronali, caratterizzato dalla capacità di stimolare e registrare segnali elettrici e, in prospettiva, di generare luce – spiega Michele Muccini, responsabile del Cnr-Ismn di Bologna e uno dei coordinatore del progetto –  Inoltre, in quanto biocompatibile, Ocst riesce a rimanere a contatto per lungo tempo con i neuroni primari senza che questi vengano danneggiati, offrendo la possibilità di comprendere il loro funzionamento e di modulare la loro attività con maggiore efficacia rispetto alle tecnologie esistenti”.

L’applicazione di questo strumento fornisce numerosi vantaggi: ”Il suo sviluppo permetterà di studiare anche altri tipi di neuroni e di cellule, dando la possibilità di compiere significativi passi avanti nella determinazione del funzionamento del cervello umano”, prosegue Muccini. In futuro, la capacità di interazione tra cellule nervose e dispositivo potrebbe trovare applicazioni per la rigenerazione del tessuto nervoso periferico compromesso da incidenti traumatici, da malattie neurodegenerative come il Parkinson o nella diagnosi precoce di eventi epilettici.