Stamina, anche giudici Catania ordinano cure a Brescia. Lorenzin: “Sconcertata”

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 24 Giugno 2014 - 19:32 OLTRE 6 MESI FA
Stamina, anche giudici Catania ordinano cure a Brescia. Lorenzin: "Sconcertata"

Marino Andolina (Foto LaPresse)

CATANIA – “Smeralda e Maria Vittoria siano curate con il Metodo Stamina presso gli Spedali Civili di Brescia“. I giudici di Catania , dopo quelli di Pesaro e Venezia, si sostituiscono alla scienza e ordinano che le due bimbe, che erano già state trattate con il metodo di Davide Vannoni, continuino le infusioni. Un’ordinanza che arriva dopo la bocciatura del Metodo e mentre Vannoni e Marino Andolina finiscono in tribunale accusati di truffa.

Per il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si dice “sconcertata” che i giudici possano da un lato ritenere il metodo pericoloso, mentre altri ordinino il proseguimento delle cure. Un problema, quello della sicurezza dei pazienti, che nasce da un “disordine istituzionale“.

Mario Andolina invece accoglie soddisfatto la sentenza dei giudici, con “la mia stima che aumenta di giorno in giorno”. Ma il problema delle infusioni non è comunque risolto, dato che al momento non ci sono medici disposti a somministrare le infusioni, dall’effetto dubbio, ai pazienti.

“STAMINA PER SMERALDA E MARIA VITTORIA” – La decisione del Tribunale del lavoro di Catania di obbligare gli Spedali Civili di Brescia al trattamento con il metodo Stamina riguarda Smeralda, che ha 3anni, in coma dalla nascita per problemi durante il parto, che ha già fatto cinque infusioni, e Maria Vittoria, 4 anni, affetta da Sma1, una forma di sclerosi multipla, alla sua prima terapia. Secondo il loro legale, gli ospedali Civili di Brescia non hanno ancora ottemperato alla decisione del Tribunale emessa nelle scorse settimane.

Gli Spedali Civili di Brescia continuano a cercare personale medico disposto a somministrare le infusioni del Metodo Stamina, in particolare tre infermieri, due anestesisti, un infusore e un chirurgo ortopedico, e in una nota scrive:

 

“Eventuali dichiarazioni di disponibilità dovranno pervenire alla Direzione Sanitaria dell’Azienda corredate di curriculum comprovante titoli ed esperienza pregressa, oltre che, del nulla osta dell’Azienda di appartenenza”.

“SCONCERTATA” – Il ministro Lorenzin ha commentato:

“Sono sconcertata per quanto sta accadendo, bizzarrie che stanno ledendo l’immagine dell’Italia considerata da sempre come la Patria del metodo scientifico, del rigore, delle prove. E’ necessaria un’azione forte di Governo e Parlamento a tutela dei malati e delle famiglie. La vicenda è a passo più avanti nel disordine istituzionale”.

Il ministro ha poi aggiunto:

“A fronte di magistrati che hanno formulato imputazioni gravissime nei confronti dei vertici di Stamina Foundation per i reati di associazione a delinquere, truffa e somministrazione di farmaci pericolosi ce ne sono altri che invece impongono ai medici di somministrare a bambini malati quelle stesse cure senza neanche attendere i risultati degli approfondimenti che il nuovo comitato scientifico voluto dal legislatore sta eseguendo sul metodo Stamina, che era peraltro già stato bocciato dal precedente Comitato perché giudicato inefficace e non sicuro per i pazienti. Ricordo che Stamina è, caso unico nel mondo, un metodo che i suoi inventori non hanno mai voluto mettere a disposizione della comunità scientifica internazionale, come fanno, invece, di solito gli altri ricercatori”.

STIMO I GIUDICI SEMPRE DI PIU’” –  Andolina, co fondatore di Stamina con Vannoni, ha commentanto:

“La mia stima nei giudici aumenta di giorno in giorno. Si stanno rivelando persone di buon cuore e alta professionalità. Purtroppo però difficilmente troveremo qualche martire che vorrà aiutarci a riprendere le infusioni”.

Il numero due di Stamina ha poi aggiunto:

”Sono ordinanze interlocutorie, un passaggio necessario, sia queste che quella di Venezia per Celeste Carrer. Esattamente come è accaduto per Rita che mentre aspettava che da Brescia si trovassero dei medici è venuta a mancare”.

Andolina si riferisce al caso della piccola Rita Lorefice, la bambina di 2 anni e 8mesi di Modica affetta dal morbo di Niemann Pick, deceduta il 3 giugno scorso:

“Un fatto gravissimo che i genitori di Rita non lasceranno passare come se niente fosse. La famiglia, infatti, – sostiene il medico triestino – si sta muovendo per denunciare la struttura di omicidio perché non ha rispettato tre ordinanze, né seguito il decreto Balduzzi (che prevede la prosecuzione del trattamento per chi è già in cura, ndr)”.

Quanto ai tre pazienti, Andolina commenta:

”L’unica speranza a cui possiamo appellarci è che i giudici, una volta resisi conto che non si farà avanti nessuno nominino di nuovo un ‘commissario ad acta”’.

Esattamente come successo per la ripresa delle infusioni su Federico Mezzina, il bimbo di Fano affetto dal morbo di Krabbe, che

”tra un mese a partire da oggi si presenterà di nuovo ai Civili”.