Vaccini a scuola, Regione Lombardia cattiva maestra. Proroga 40 giorni e insegna che obbligo anche no

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 31 Agosto 2017 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA
Vaccini a scuola, Regione Lombardia cattiva maestra. Proroga 40 giorni e insegna che obbligo anche no

Vaccini a scuola, Regione Lombardia cattiva maestra. Proroga 40 giorni e insegna che obbligo anche no

ROMA – Vaccini a scuola, Regione Lombardia cattiva maestra. Il “ministro” regionale competente in materia della Giunta Maroni, Giulio Gallera, ha illustrato alla stampa la sua scelta e strategia all’insegna dello slogan “nessun bambino anche se non vaccinato resterà escluso dalla scuola”. Quindi, come prima misura regionale che verrà presto formalizzata una proroga di 40 giorni. Proroga rispetto alla data del 10 settembre, data entro la quale la legge nazionale prevede i genitori portino o certificato di vaccinazione o prenotazione di prossima vaccinazione o documentazione medica che sconsiglia la vaccinazione.

In Italia il limite è il 10 settembre, in Lombardia no. E in Italia, stavolta Lombardia compresa, proroga è sinonimo, certezza, inequivoco segnale che è una cosa è obbligo ma anche no. La proroga per consolidato linguaggio e prassi ed esperienza e volontà è l’ammiccare dell’autorità: sarebbe obbligatorio ma anche se non lo fate…

Questo insegna la proroga di 40 giorni sventolata dalla Regione Lombardia in tema di vaccini a scuola, insegna che l’obbligo vige per legge ma non vale nella realtà. Per questo la Regione Lombardia è cattiva maestra, in educazione civica. Oltre che in sicurezza sanitaria. Il Corriere della Sera ha infatti calcolato a spanne come ci siano solo a Milano poco meno di diecimila bambini tra gli zero e i sei anni cui manca a tutt’oggi qualcuna delle vaccinazioni per legge obbligatorie. Far entrare questi diecimila tutti e subito all’asilo e poi si vede, senza neanche un impegno da parte delle famiglie a vaccinare entro tempi certi vuol dire ignorare la legge e invitare chi vuole a fare altrettanto.

Allo stato non si sa cosa farà il Comune di Milano da cui dipendono molti asili. Sembra proprio non seguirà i passi della Regione. E così da silo ad asilo a seconda da chi sia gestito ci sarà la legge oppure no. Ma perché Regione Lombardia proroga e ammicca sui vaccini a scuola?

Prima possibile risposta: ricerca di consenso esentando di fatto i genitori renitenti dalla “seccatura” del vaccinare, vaccinare in tempi certi e vaccinare davvero.

Seconda possibile risposta: una sottesa cultura “no vax a sua insaputa” nel governo regionale. Magari in nome del totem dell’autonomia, autonomia estesa e slabbrata fino al concetto che ogni famiglia fa come gli pare con il figlio/a “suo”. Da “padroni in casa propria” a “padroni del proprio figlio” il passo in fondo è breve.

Terza possibile risposta: il vezzo.vizio compulsivi di buttarla sempre in automatismi diciamo così politici. Cioè, se il governo degli “altri” fa una legge, allora io devo prendere le distanze da questa legge.

Non lo fanno infatti solo gli uomini e le donne del governo Maroni Lega-Forza Italia. Più a Sud e sempre sui vaccini lo stesso gioco lo fa il governatore della Puglia Michele Emiliano che è del Pd ma siccome lui è contro il Pd di Renzi si comporta come se i vaccini fossero Renzi. E così si assiste al grottesco spettacolo del governatore che interloquisce con associazioni consumatori vari sulla congruità delle dosi di vaccino. Come se il vaccino fosse marmellata o formaggino e loro, governatore e consumatori, fossero immunologi o clinici. il Festival dell’incompetenza trionfante.

Tre possibili risposte o forse una quarta che le comprende tutte: la costante, indomabile, coccolata e protetta reazione di rigetto della nostra comunità non ai vaccini ma ad ogni regola e soprattutto al suo rispetto. L’obbligo dei vaccini per andare a scuola, appena statuito per legge, di fatto già non vale per chi non voglia vaccinare i figli dai sei anni in poi. Si paga una multa, molto teorica, di cento euro e finisce lì. Meno di un autovelox e poco più di un divieto di sosta e l’obbligo dei vaccini svanisce.

Obbligo che invece non si sana con una multa dagli zero ai sei anni. Per entrare all’asilo i vaccini sarebbero davvero obbligatori, ne va davvero della salute collettiva e vaccinare i piccoli garantisce del futuro. Ma ci stanno pensando i vari governi Regionali a deliberare che in casa loro obbligo anche no anche all’asilo.

Cattivi maestri senza neanche memoria, maestri senza neanche un libro letto. Avessero aperto qualche pagina oltre quelle di facebook avrebbero letto che i vaccini erano obbligatori a scuola fino a una trentina di anni fa. L’obbligo fu tolto perché non c’erano praticamente più malattie. E non c’erano più malattie perché per decenni c’erano stati i vaccini, obbligatori, obbligatori per davvero.