Varicella, un contagio al minuto. Basterebbe un vaccino

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Novembre 2016 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA
Varicella, un contagio al minuto. Basterebbe un vaccino

Varicella, un contagio al minuto. Basterebbe un vaccino (Foto archivio Ansa)

ROMA – Ogni minuto un caso di varicella viene diagnosticato. Ogni minuto, dunque, si verifica il contagio eppure per fermare questo trend basterebbe vaccinare i propri bambini. Una vaccinazione infatti sarebbe in grado di proteggere i neonati e quella percentuale tra il 3 e 5% di bambini, dunque circa 20mila casi l’anno, che rischiano gravi complicazioni proprio da questa malattia.

Livia Gamondi sul Corriere della Sera spiega che la varicella è un virus e l’unico modo per evitare il contagio è la vaccinazione, ma dopo il terrorismo dei movimenti antivaccinisti ora malattie come la varicella o il morbillo tornano a minacciare la popolazione.  Le malattie esantematiche che vengono prese dai bambini d’altronde possono portare complicazioni per la salute ben più gravi e con rischi maggiori di quelle di una reazione avversa al vaccino, reazione che ricordiamo potrebbe avvenire con qualsiasi farmaco.

I dati secondo una indagine condotta dalla società Datanalysis dimostrano che si tratta di una malattia molto aggressiva, sia per i bambini che per gli adulti:

“Per questo il 67,2 per cento degli intervistati consiglierebbe di vaccinare i bimbi e un altro 26,4 per cento risponde che forse sì, lo consiglierebbe. Purtroppo però ancora pochi sanno della possibilità di prevenire l’infezione, solo l’8,9 per cento degli intervistati sapeva che esiste un vaccino specifico mentre nel 65,9 per cento dei casi non esisteva alcuna informazione in questo senso. Chi ha deciso di non procedere alla vaccinazione lo ha fatto o per un generale timore dei vaccini (53,5 per cento) o per il fatto che il vaccino non è obbligatorio (37,2 per cento).

La varicella è una malattia endemica, cioè sempre presente in Italia, che in alcuni periodi può dar luogo localmente a ondate epidemiche, in particolare nei mesi invernali. È causata dal virus varicella-zoster (VZV), che causa una patologia particolarmente contagiosa, e non solo nell’infanzia. Infatti, la malattia è trasmissibile già dal giorno prima della comparsa del rush cutaneo e questo la rende particolarmente aggressiva. Quando l’infezione viene contratta in età adulta assume un decorso più prolungato e si manifesta con una sintomatologia più invalidante rispetto a quanto osservabile in età pediatrica”.

Nelle varie regioni la campagna vaccinale ha subito un arresto, ma ora la situazione sta cambiando. Prima delle campagne di vaccinazione la varicella colpiva 500mila persone l’anno in Italia, soprattutto bambini tra 0 e 14 anni. La vaccinazione ha permesso di abbattere i contagi e di ridurre anche i rischi di complicazioni.  La malattia non è banale, sottolinea Susanna Esposito, professore di Pediatria Generale e Specialistica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano:

“«La varicella non è una malattia “banale”, anche se spesso viene così interpretata e oggi rappresenta ancora una malattia prevenibile con un vaccino piuttosto diffuso nel nostro Paese. Il virus della varicella, lo stesso che provoca in tarda età l’Herpes Zoster, si trasmette con estrema facilità attraverso le goccioline di vapore acqueo che escono dalla bocca o con il contatto diretto con le lesioni. Purtroppo l’intervallo tra il contagio e la comparsa dei segni dell’infezione può essere anche di alcune settimane, e quindi la malattia si diffonde con grande facilità. Il rischio di complicanze è purtroppo reale e quindi con la vaccinazione si possono evitare disagi per le famiglie e spese per il sistema sanitario»”.

Ma quando somministrare la prima dose? A rispondere è Giovanni Gabutti, professore ordinario di Igiene e Medicina Preventiva, Università degli Studi di Ferrara:

“«Il nuovo calendario prevede l’introduzione della vaccinazione estensiva su tutto il territorio nazionale con un approccio a 2 dosi . La prima dose dopo il compimento del primo anno di vita e la seconda a 5/6 anni, con un uso preferenziale del vaccino quadrivalente: rosolia, morbillo, parotite e varicella. Con l’utilizzo del vaccino quadrivalente si lascia spazio per un altro intervento salvavita, la vaccinazione contro il meningococco.

L’introduzione del calendario avviene tramite l’attribuzione anche alla varicella dei LEA (Livelli essenziali di assistenza): questa vaccinazione viene cioè considerata un livello essenziale di assistenza e dunque offerta in maniera attiva e gratuita su tutto il territorio nazionale»”.