Giappone, Samsung vince contro Apple: “Nessuna violazione dei brevetti”

Pubblicato il 1 Settembre 2012 - 15:03 OLTRE 6 MESI FA

TOKYO – Vittoria in Giappone per Samsung su Apple: il tribunale distrettuale di Tokyo ha dato ragione all’azienda sudcoreana, accusata di aver violato i brevetti della Mela.

Secondo i giudici giapponesi, gli otto modelli di smartphone e tablet Galaxy che secondo Apple sarebbe stati copiati (tra cui ci sono anche Galaxy S, Galaxy Tab e Galaxy S2) non hanno in realtà preso da Apple le tecnologie sulla sincronizzazione dei dati musicali e video su dispositivi con i server.

Per Samsung si tratta di una vera e propria rivincita, che arriva una settimana dopo la pesante sconfitta incassata negli Stati Uniti.

La sentenza giapponese riguarda un solo brevetto, a differenza dei sette trattati nel processo in California, ma rappresenta anche l’avvio di una serie di battaglie che Apple intende promuovere nel Sol Levante nei prossimi mesi contro la rivale sudcoreana.

”Le richieste avanzate dal querelante sono tutte respinte”, ha detto il Tamotsu Shoji, giudice al capo del collegio, nella lettura della sentenza, al termine di un procedimento promosso ad aprile del 2011.

Apple, che aveva chiesto un risarcimento di 100 milioni di yen (poco più di 1 milione di euro), avrà 30 giorni di tempo per decidere se presentare ricorso ed evitare di pagare anche tutte le spese legali sostenute da Samsung.

Le tecnologie usate per gli smartphone e i tablet di Samsung, in altri termini, ”non sono una violazione” dei brevetti alla base di iPhone e iPad della casa fondata da Steve Jobs.

La decisione presa del tribunale di Tokyo segue quella di una settimana fa in base alla quale la giuria della corte di San Josè, in California, ha condannato Samsung al pagamento di danni alla Apple per 1,05 miliardi di dollari, dopo averla giudicata responsabile di copiatura delle caratteristiche principali di iPhone e iPad.

Apple e Samsung stanno combattendo aspramente per il controllo del ricco mercato degli smartphone, stimato nel 2011 in oltre 200 miliardi di dollari, a colpi di carte bollate in quattro continenti.

”Una decisione molto approriata”, ha commentato in una nota la divisione giapponese di Samsung, i cui titoli alla Borsa di Seul sono passati da -0,25% a +1,5% nel giro di pochi secondi.

La tendenza dei giudici giapponesi è più prudente in materia di violazione di brevetti rispetto agli Usa: sulla base di uno studio specifico di PricewaterhouseCoopers, le società che producono beni con un’invenzione tutelata hanno un tasso di successo pari al 38% nelle rivendicazioni sui brevetti trattate nelle corti statunitensi. In Giappone, i margini di successo sono del 21% nei casi di proprietà intellettuale, tra cui le quelli di ‘patenti registrate’, sulla base dei dati del 2010 della Corte suprema nipponica.