Archeologia. Droni e georadar per Semifonte città-fantasma

Pubblicato il 25 Luglio 2016 - 19:33 OLTRE 6 MESI FA
Semifonte

Semifonte

FIRENZE – Anche droni e geo-radar per riscoprire la città-fantasma di Semifonte (Firenze), insediamento medievale presso la via Francigena, in Toscana, che Firenze rase al suolo nel 1202, poiché minacciava la sua espansione. Così, con nuove tecnologie, dopo 40 anni ripartono le indagini sull’area archeologica ancora poco esplorata.

L’avvio di una nuova stagione di studi, spiega un comunicato stampa, mira alla valorizzazione, alla riscoperta e alla ricerca storica dell’area archeologica di Semifonte, luogo simbolo della cultura medievale toscana vicino a Barberino Val d’Elsa. Circa mille anni fa gli abitanti di Semifonte canzonavano Firenze declamando sotto le sue mura ‘Firenze fatti in là, Semifonte si fa città’, testimoniando così una graduale crescita politica ed economica.

Firenze ordì un inganno, mise sotto assedio Semifonte e la distrusse. Ancora ci sono validi motivi di ricerca ed un nuovo progetto viene ora promosso dall’Unione comunale del Chianti Fiorentino, dal Comune di Certaldo, dal Consiglio regionale della Toscana e dall’Università di Firenze. Per il Presidente dell’Unione comunale e sindaco di Barberino Val d’Elsa, Giacomo Trentanovi, si tratta di un “momento storico per la valorizzazione di un territorio che necessita di una forma estesa di rete e cooperazione con le istituzioni, coi soggetti privati e la comunità territoriale, un progetto per il quale si stanno reperendo i fondi necessari”.

“Non sappiamo – spiegano gli archeologi Vannini, Vanni Desideri e Leporatti – quanto fosse estesa Semifonte, come e dove si strutturasse l’abitato. Ci affideremo ad un metodo che l’archeologia medievale ha applicato in Medio Oriente che mette lo scavo come eventuale conclusione non come premessa delle attività. Attueremo una campagna di diagnostica archeologica e geofisica in forma sperimentale che fa uso di strumentazioni particolari e che ci permetterà di verificare come si siano conservate le strutture al di sotto delle superfici dei territori agricoli, useremo droni per le riprese aerofotogrammetriche. L’intera campagna ha una prima finalità diagnostica”, poi eventualmente si passerà agli scavi”.