Così una stella si prepara ad esplodere: la scoperta all’osservatorio di Cortina

Pubblicato il 18 Febbraio 2013 - 15:00| Aggiornato il 9 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) – Una “pre-esplosione” di una stella supermassiccia: è stata scoperta da Alessandro Dimai, astronomo dell’osservatorio Col Druscié di Cortina d’Ampezzo

La stella fa parte della galassia “a spirale barrata” Ngc4294, nella costellazione della Vergine. Si trova a 60 milioni di anni luce dalla Terra. Non si tratta di una ‘semplice’ supernova, ma di un evento che gli astronomi chiamano col nome scientifico di Luminous Blue Variable (Lbv).

In tutta la storia dell’astronomia sono solo poche decine gli eventi Lbv individuati. Di supernovae, invece, ne sono state individuate oltre 6.000 in tutto il mondo. Che l’evento sia rarissimo lo dimostra il fatto che solo le stelle più massicce e luminose di una galassia possono generarlo.

In una galassia come la nostra che conta oltre 200 miliardi di stelle, le possibili future Lbv sono solo una dozzina. Così quando viene scoperto un evento Lbv per gli astronomi di tutto il mondo è un’occasione unica per poter analizzare in dettaglio le ultime fasi evolutive di queste stelle super massicce.

L’evento Lbv scoperto al Col Druscié è stato probabilmente generato da una stella con massa pari a 100-150 volte quella del Sole e una luminosità paragonabile a 5-6 milioni di volte la nostra stella. Un vero e proprio ‘faro’ nel cosmo che, se fosse posto nelle vicinanze del Sole, diciamo a 30 anni luce di distanza, sarebbe perfettamente visibile in pieno giorno come un secondo Sole.

Queste stelle di enorme massa hanno, però, vita breve, e in pochi milioni di anni evolvono verso la catastrofica fine esplosiva di supernova. Proprio uno di questi eventi è stato immortalato all’osservatorio di Cortina.

La luminosità della stella è aumentata improvvisamente di milioni di volte, rendendola visibile ad una distanza di oltre 60 milioni di anni luce, tale è la distanza della galassia ospite Ngc4294. Dimai ha allertato gli astronomi dell’Osservatorio di Asiago che hanno immediatamente analizzato la stella e confermato la rarità dell’evento.