“Terremoti, previsioni impossibili”: early warning ti avvisa pochi secondi prima

Pubblicato il 23 Ottobre 2012 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA
“Terremoti impossibili da prevedere”

ROMA – Prevedere i terremoti è impossibile. Né le emissioni di gas radon, né i monitoraggi con i satelliti Gps potranno svelare quando un terremoto arriverà, ma solo dove. Nonostante il Giappone e gli Stati Uniti continuino a cercare di definire “un meteo per i terremoti“, scrive Repubblica, per ora non vi sono modi per prevedere eventuali scosse.

L’unica arma allora è l’early warning, un sistema allo studio da parte degli scienziati tiene sotto controllo le aree a rischio e lancia un allarme prima di un terremoto significativo, allarme che però può arrivare solo qualche secondo prima che la scossa si manifesti. I pochi secondi non aiuteranno la popolazione, ma saranno sufficienti ad arrestare impianti industriali o treni, così da evitare possibili danni come fughe di gas o incidenti.

Repubblica riporta le parole di Warner Mazzocchi, dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Ingv:

“Oggi, allo stato dell’arte, far combaciare tutti i segnali precursori e “leggere le carte” a un terremoto resta impossibile. Allineati fra loro, i dati stentano ancora a formare un’immagine coerente. «Ma non sarà sempre così», sostiene Mazzocchi. «Anche le previsioni del tempo erano considerate impossibili, e oggi sono pane quotidiano. Vedere un temporale che si avvicina attraverso le nuvole e le raffiche di vento è certo più semplice: noi sismologi dobbiamo ricavare i nostri dati sottoterra. Ma le previsioni dei terremoti sono agli albori. Sono convinto che possano migliorare anche se difficilmente raggiungeranno una precisione sufficiente a evacuare una città. Anche in questo, la meteorologia è di insegnamento: nessuna previsione riesce al 100%»”.

Se una previsione è, per ora, impossibile, gli scienziati puntano sull‘”early warning”, cercando di capire quali sono le aree a rischio:

“Si sta poi diffondendo (soprattutto in Giappone) il sistema dell’“early warning”: sensori che captano le onde più veloci di un sisma, quelle innocue che precedono le scosse distruttive di alcune decine di secondi. Nel giro di pochi attimi, il sistema blocca la distribuzione del gas, ferma gli impianti industriali più delicati e fa frenare i treni. Ma sono ancora molti i sismi che sfuggono alle sue maglie. E rispetto ai pochi secondi di preallarme, la scienza è convinta di poter fare molto di più”.