Un buco nero nella via Lattea "goloso" di asteroidi

Pubblicato il 15 Febbraio 2012 - 09:12 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Gli asteroidi sono il 'piatto' preferito dal gigantesco buco nero Sagittarius A* situato al centro della Via Lattea: proprio questa golosita' sarebbe la causa dell'emissione di frequenti flussi di raggi X rilevati dall'osservatorio orbitante Chandra della Nasa.

E' quanto sostengono gli astronomi coordinati dall'universita' britannica di Leicester in uno studio in corso di pubblicazione su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Per diversi anni l'osservatorio Chandra ha rilevato quasi quotidianamente particolari flussi di raggi X emessi dal buco nero supermassivo Sagittarius A*.

Questi 'lampi' (che gli addetti ai lavori chiamano 'flare') durano diverse ore e la loro intensita' puo' arrivare ad essere pari a cento volte quello che e' il livello della radiazione normalmente emessa dal buco nero.

''Ci sono stati finora molti dubbi sulla presenza di asteroidi in un ambiente cosi' ostile come quello che circonda un buco nero supermassiccio'', spiega il primo autore dello studio, Kastytis Zubovas dell'universita' di Leicester in Gran Bretagna.

''La cosa eccitante – aggiunge – e' che il nostro studio suggerisce la presenza di un gran numero di questi corpi celesti per riuscire a produrre questi flare''. Secondo le stime dei ricercatori, intorno a Sagittarius A* c'e' addirittura una vera e propria nuvola composta di migliaia di miliardi tra asteroidi e comete, strappati via dalle loro stelle madri.

Quelli che vengono a transitare a meno di 150 milioni di chilometri dal buco nero (piu' o meno la distanza che separa la Terra dal Sole) verrebbero sbriciolati dalle forze di marea esercitate dal suo intenso campo di attrazione gravitazionale.

I frammenti verrebbero poi vaporizzati dall'attrito durante il passaggio attraverso il leggero gas ad altissima temperatura che fluisce costantemente verso il buco nero, proprio come accade a una meteora nella sua corsa attraverso l'atmosfera terrestre.

In questa fase viene prodotto un flare e quello che rimane dell'asteroide viene poi inghiottito dal buco nero. Secondo i calcoli dei ricercatori, per generare lampi di raggi X simili a quelli registrati da Chandra, il buco nero deve inghiottire dei 'bocconi' con un raggio minimo di dieci chilometri. E non solo: come gli asteroidi, anche i pianeti rocciosi potrebbero finire nelle sue fauci facendo schizzare in alto la sua luminosita'.