Vita aliena? Va cercata sui pianeti di diamante e grafite…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Giugno 2016 - 17:25 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Se volete trovare vita aliena su un pianeta extrasolare l’acqua non basta, bisogna cercare anche il diamante. Una nuova ricerca spiega che i primi pianeti in grado di ospitare la vita potrebbero essere molto diversi dalla Terra e da come li abbiamo sempre immaginati. Il diamante e il grafite, infatti, sono due forme diverse del carbonio, elemento fondamentale per lo sviluppo della vita come lo conosciamo. Si tratta di pianeti che potrebbero orbitare intorno a stelle molto rare e anziane e trovarli, spiegano i ricercatori del Centro di Astrofisica dell’Università di Harvard, non sarà facile.

I ricercatori hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society e scoperto che le stelle ‘madre’ dei pianeti a base di carbonio, chiamate Cemp (Carbon-enhanced metal-poor stars), sono ‘anemiche’ perché contengono solo una piccolissima parte del ferro presente nel Sole. In compenso sono ricchissime del carbonio liberato nell’universo dall’esplosione delle prime supernovae.

Intorno ad esse, quindi, potrebbero essersi formati dischi di gas e polveri ricchi di carbonio, dai quali sarebbero nati i primi pianeti in grado di ospitare la vita, come ha spiegato uno degli autori dello studio, lo scienziato Avi Loeb:

“Queste stelle sono fossili del giovane universo. Studiandole potremmo scoprire come si sono formati i primi pianeti e forse come è cominciata la vita nell’universo”.

Secondo Natalie Mashian, co-autrice dello studio, ci sono buone ragioni per credere che la vita aliena sia a base di carbonio, proprio come quella sulla Terra, e se questi pianeti esistono sono un buon posto dove cercare indizi delle prime forme di vita nate nel cosmo.

Scoprirli però non è impresa da poco, sottolineano i ricercato. L’aspetto di questi pianeti non si distingue facilmente rispetto a quello dei pianeti rocciosi, come la Terra. Anche dimensione e massa potrebbero essere simili ma, come ha rilevato Loeb,

“se non cominciamo a cercarli, non sapremo mai se questi pianeti esistono”.

Per identificarli bisogna innanzitutto analizzarne la composizione, studiando la loro atmosfera fatta di monossido di carbonio e metano. Potrebbero comunque essere individuati con una tecnica nota e utilizzata da molto tempo: quella che dei transiti, che misura il calo di luminosità provocato da un pianeta quando passa contro il disco della sua stella.

(Credit Image: CfA; NASA/SDO/Christine Pulliam)