L’uomo aveva spine sul pene, poi il Dna cambiò e le perse

Pubblicato il 10 Marzo 2011 - 16:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Se oggi l’uomo ha un pene privo di spine bisogna ringraziare il fatto che, nel corso dell’evoluzione il suo Dna ha perduto alcune porzioni in apparenza ”inutili” perchè non controllavano la produzione di nessuna proteina. Il meccanismo per cui questo è accaduto, descritto su Nature, è tutt’altro che una curiosità perchè riguarda anche lo sviluppo del cervello e la comparsa dei tumori.

La ricerca, condotta dal gruppo dell’università di Standord coordinato da Gill Bejerano, ha identificato 510 sequenze genetiche ”cancellate” nell’uomo ma conservate nello scimpanzè. Tutte hanno una funzione regolatoria, ossia sono geni che agiscono come registi nell’influenzare l’attività dei geni che si trovano vicini.

Tra questi ultimi ci sono, per esempio, i geni che regolano la funzione dei neuroni e quelli coinvolti nei segnali ormonali. Si è anche scoperto che uno dei geni ”scomparsi” è legato ad un gene soppressore dei tumori e nello stesso tempo all’espansione di particolari aree del cervello.

Tra i geni perduti ci sono anche quelli che rendevano il pene spinoso, con aculei della stessa sostanza di cui sono fatte le unghie, la cheratina. Scimpanzè, macachi, topi e gatti hanno conservato le spine del pene, come un ”trucco” dell’evoluzione per eliminare spermatozoi di machi rivali. Per questo motivo i ricercatori non escludono che la perdita delle spine nel pene umano sia collegata alla monogamia.