Inglese del futuro: una lingua “bastarda” plasmata da internet

di Francesco Montorsi
Pubblicato il 21 Dicembre 2012 - 07:52 OLTRE 6 MESI FA
Foto Lapresse

ROMA – Il nuovo inglese sarà una lingua plasmata da Internet. Nella Genesi si racconta che per punire l’orgoglio di Nimrod che voleva costruire a Babele una torre che toccasse il cielo, Dio punì lui e i suoi uomini con la confusione delle lingue. Se l’umanità fin’allora, in quei lontani tempi biblici, aveva vissuto nella condivisione armoniosa di una sola lingua, da allora in poi avrebbe dovuto rassegnarsi all’incomprensione reciproca.

Quello stato originario potrebbe presto essere recuperato dall’umanità, almeno da quella parte di umanità che ha accesso ad Internet e che se ne serve come mezzo di comunicazione. L’inglese sta difatti diventando sempre più la lingua franca del Web per una fetta sempre più larga del pianeta. La dominazione della lingua di Shakespeare non è ancora giunta a compimento poiché, con metà dei cinesi già oggi in linea, molte dei 4,5 miliardi di pagine Web sono scritte in cinese. Ma alcuni linguisti predicono che tra dieci anni l’inglese diventerà su internet la lingua dominante in termini assoluti.

Come sarà questo inglese planetario che si delinea nel futuro? Quanto sarà lontano da quello di oggi? Quel che è certo – e che si può vedere dalle mutazioni già in atto – è che l’inglese internet di domani sarà sempre più una lingua ibrida, bastarda, frutto di inserzioni e di mescolanze. L’evoluzione sarà causata da diversi fattori. Uno di questi è legato al medium Internet il quale non ha le stesse caratteristiche di altri media quali la radio o la televisione. Lo scambio di messaggi rapidi e brevi, nelle chat, su twitter o su facebook, influenza in maniera decisiva alcuni aspetti della lingua, la grammatica o l’ortografia per esempio.

Ma il più grande fattore di evoluzione nell’inglese di internet sarà costituito dalla convergenza delle culture nazionali dei diversi locutori. Come succede nelle lingue cosiddette pidgin, l’inglese «originale» è e sarà sempre più modificato dalla contaminazione con le strutture grammatiche e il vocabolario di altri idiomi. Oggi si parla ad esempio di Indian English, di Spanglish, di Konglish (inglese coreano). Tra questi nuovi inglesi, l’Hinglish ha già acquisito un ruolo istituzionale. Questo miscuglio di hindi, punjabi, urdu e inglese è talmente diffuso che ormai è perfino insegnato ai diplomatici britannici.