“Il leone del deserto”, il film dell’orgoglio libico contro l’invasore italiano

Pubblicato il 23 Marzo 2011 - 13:28 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’Italia partecipa con i “volenterosi” alla operazione dell’Onu in Libia. Per questo motivo, tornano d’attualità i resoconti dell’occupazione del paese africano ad opera degli italiani avvenuta prima della Seconda guerra mondiale.

A rappresentare questo momento storico fu anche il film “Il leone del deserto”, realizzato nel 1981 per la regia di Moustapha Akkad che racconta le gesta del condottiero sunnita libico Omar al-Mukhtar che si batté contro l’esercito Italiano. Si tratta di un film storico, che vede anche la partecipazione di Anthony Quinn nel ruolo del condottiero, che in Italia, a causa di una censura decisa direttamente dalla politica, non si è praticamente mai visto fino al 2009, anno in cui è stato tramesso per la prima volta su Sky dopo la visita di Gheddafi in Italia.

La trama del film si intreccia con la storia del colonialismo italiano in Libia. Il racconto della trama che segue è tratto da wikipedia:  “Siamo nel 1929 e Benito Mussolini (interpretato nel film da Rod Steiger) deve confrontarsi con la ventennale guerriglia intrapresa dai locali arabi e berberi che in Libia si battono contro il colonialismo italiano e le sue rivendicazioni di una ‘quarta sponda’, a simboleggiare un rinato Impero Romano sul suolo d’Africa. L’Italia aveva occupato la regione, che era parte dell’Impero Ottomano, nel 1911-1912, sconfiggendo i turchi che occupavano il Paese”.

“Nel film – prosegue wikipedia – Mussolini nomina il generale Rodolfo Graziani (Oliver Reed) come suo sesto Governatore di Libia, sicuro che un militare di tale credito saprà schiacciare la rivolta e ristabilire la pace e la sicurezza dei coloni italiani, in gran parte provenienti dalle regioni povere del Sud Italia, dal Veneto e dall’Emilia. Ad ispirare e guidare la resistenza è Omar al-Mukhtar (Anthony Quinn). Insegnante di professione, partigiano per dovere, Omar al-Mukhtar si è votato ad una lotta che non potrà vedere vinta nel corso della propria vita”.

Ancora wikipedia: “Omar al-Mukhtar ed i suoi uomini si avvalevano di armi obsolete. Graziani controllava il Nord Africa con la forza dell’esercito italiano, aeroplani furono impiegati per la prima volta nel deserto. Una dotazione primitiva non poteva reggere il confronto con delle armi moderne, e malgrado il loro coraggio i libici soffrirono pesanti perdite (ma nel film si vedono morire quasi esclusivamente soldati italiani, in particolare camicie nere, i cui ufficiali si distinguono per efferatezza). Nonostante tutto ciò, essi impegnarono per venti anni gli italiani impedendo loro di conseguire una vittoria completa”.

Il divieto di proiezione del film in Italia. Le autorità italiane hanno vietato la proiezione del film già a partire dal 1982 perché, come disse il primo Ministro Giulio Andreotti “danneggia l’onore dell’esercito”. Il veto fu posto dall’allora sottosegretario agli Affari Esteri Raffaele Costa: fu intentato persino un procedimento per “vilipendio delle Forze Armate” contro il film.

La pellicola non fu mai distribuita nel Paese, dove resta tuttora introvabile nelle videoteche. Racconta ancora wikipedia: “Nel 1987 fu bloccata la proiezione dalla digos in un cinema di Trento e il tutto si concluse con un processo. L’unico festival dove è stato proiettato semi-ufficialmente è stato il Riminicinema nel 1988. Craxi promise di mandarlo in onda sulla Rai, ma la promessa non fu mantenuta”.

La censura è stata interrotta solo nel 2009 in occasione della sua prima visita ufficiale in Italia, il 10 giugno 2009, del leader libico Muammar Gheddafi che si presentò all’aeroporto di Ciampino con appuntata al petto la fotografia che ritrae l’arresto di al-Mukhtār, accompagnato dall’ormai anziano figlio dell’eroe libico. In quell’occasione, Sky annunciò la proiezione del film l’11 giugno, replicandolo più volte, ponendo così fine a un caso di censura durato quasi trent’anni.

Pur essendo introvabile perfino nelle videoteche, “Il leone del deserto” è reperibile su internet. You Tube offre diversi spezzoni visibili qui di seguito:

La versione trasmessa da Sky nel 2009: