“Dopo” e non “prima” le donne e i bambini: la vera regola dei naufragi

Pubblicato il 30 Luglio 2012 - 18:49 OLTRE 6 MESI FA
Il Titanic, unico naufragio in cui le donne sopravvissute sono state più degli uomini (Ap-LaPresse)

UPPSALA, SVEZIA – La nave affonda: ma “prima donne e bambini!” lo urlerebbero solo nei film. Nella realtà vince il “si salvi chi può”. Lo dimostra uno studio svedese, che porta come unica eccezione a questa regola non scritta il naufragio del Titanic. Naufragio dove in realtà è prevalso il “prima i ricchi”. Lotta di classe per la scialuppa a parte, la norma non scritta che impone di mettere prima in salvo le donne e i bambini non viene mai rispettata.

Lo studio (leggi qui il pdf integrale), coordinato da Mikael Elinder e Oscar Erixson, dell’università di Uppsala, ha incrociato i dati relativi a 16 disastri che hanno insanguinato il mare tra il 1852 e il 2011, nei quali sono rimaste coinvolte oltre 15.000 persone di più di 30 nazionalità. Nei naufragi o incidenti considerati le donne sopravvissute sono solo la metà rispetto agli uomini ed è andata ancora peggio per i bambini, fra i quali pochissimi sono riusciti a scampare alle tragedie del mare. Nella maggior parte dei casi, invece, i membri dell’equipaggio (guarda caso) se la sono cavata molto meglio dei passeggeri.

Secondo lo studio, la situazione peggiore per le donne – ovvero la maggiore mancanza di cavalleria – si è verificata sulle navi inglesi, con il Titanic come assoluta eccezione: anche se il numero delle vittime è stato alto, il tasso di sopravvivenza delle donne del transatlantico affondato per l’impatto con un iceberg è stato tre volte superiore rispetto a quello degli uomini. Gli autori hanno scoperto, inoltre, che sono le scelte del capitano a giocare un ruolo cruciale durante i disastri e a determinare se donne e bambini riceveranno o meno un trattamento preferenziale.