Obama e la comunità gay: finita la luna di miele

Pubblicato il 26 Agosto 2009 - 15:37 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è stato assunto, a torto o a ragione, a campione dei diritti omosessuali. L’elezione del primo presidente afro-americano è stata accolta, a suo tempo, con interesse e ottimismo dalla maggioranza dei diversi gruppi gay-lesbo-trans. Ancora poco tempo fa, il presidente di un’associazione per i diritti civili dei gay in Italia invitava un politico, autore di ambigue dichiarazione sui gay, a procurarsi e leggersi il discorso di Obama alle comunità omosessuali e transgender americane.

In America si avvertono già i primi scricchiolii nella luna di miele tra il presidente e la comunità gay. Troppo timide le riforme finora eseguite, e troppo incerti i futuri provvedimenti – contestano gli avvocati della causa per i diritti civili degli omosessuali.

Eppure Obama in campagna elettorale aveva emesso diverse dichiarazioni a favore di drastici cambiamenti a favore dei gay. Aveva infatti annunciato che la sua amministrazione avrebbe fornito “equal rights” per gli omosessuali; che il governo federale avrebbe assunto, nei confronti dei matrimoni, una posizione equidistante (lasciando autonomia ai singoli stati); che la legge Clinton “don’t ask, don’ tell” (legge che impone ai gay di non dichiararsi qualora servano nelle forze armate) sarebbe stata abrogata.

Molte di queste riforme sono rimaste per ora parole al vento. L’unica effettiva posizione assunta da Obama nei confronti dell’emancipazione omosessuale è stata l’iniziativa di estendere ai partner dei dipendenti federali gay alcuni benefici di cui usufruiscono già le coppie etero (assicurazioni mediche soprattutto). Ma anche questa legge è stata accolto tiepidamente dai comitati per i diritti civili ed è stata giudicata troppo timida e non all’altezza delle promesse dell’amministrazione (in questi benefici non sono inclusi né i diritti di pensione né la piena assistenza sanitaria).

Se è vero che l’agenda di Obama non è sprovvista di impegni più urgenti (come: districarsi in due guerre, affrontare la recessione, fronteggiare il debito pubblico americano), d’altra parte è sotto gli occhi di tutti che l’atteggiamento del presidente fino ad oggi ha rivelato, riguardo la “questione omosessuale”, nel migliore dei casi timidezza politica, incoerenza nel peggiore.