Inferno: sarete pochi, senza fiamme e tormenti fisici, ma ci andrete se…Ratzinger e Bergoglio sono d’accordo

Pubblicato il 23 Agosto 2016 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA
Inferno: sarete pochi, senza fiamme e tormenti fisici, ma ci andrete se...Ratzinger e Bergoglio sono d'accordo

Inferno: sarete pochi, senza fiamme e tormenti fisici, ma ci andrete se…Ratzinger e Bergoglio sono d’accordo

Inferno: c’è o non c’è? e come è fatto? C’è, sostiene la Chiesa, anche se da un po’ di tempo nel mondo moderno si preferisce glissare sull’argomento.

Papa Ratzinger lo ha detto chiaro e tondo, Papa Francesco è stato più gesuitico ma non lo ha negato: ha detto e fatto dire che se andiamo all’Inferno è una nostra scelta, non è Dio, troppo misericordioso per farlo, che ci manda. Non sembra sia molto affollato, ma c’è e aspetta i reprobi.

Come è fatto l’ inferno? Di fiamme e catrame, diavoli aguzzini e catene da fare impallidire le code in autostrada negli esodi di agosto e come lo ha descritto Dante?

È un tormento dell’ anima, una forma di paranoia che dura per una eternità o un pezzo di eternità? Pensate il tormento di passare l’eternità a contemplare i nostri errori, le nostre cattiverie, le nostre crudeltà, quelle di cui già oggi siamo consapevoli e ancor più quelle di cui non si siamo ancor resi conto. Già oggi, quando pezzi della nostra vita ci appaiono come un lancinante flash davanti agli occhi della nostra memoria, soffriamo e ci tormentiamo. Immaginate farlo guardando la nostra vita nella luce cristallina dell’aldilà, senza le distorsioni della vita carnale.

Le ultime evoluzioni del massimo pensiero cattolico fanno propendere per la seconda ipotesi, più coerente col fatto che, almeno fino al Giudizio Universale, si parla di anime e non di corpi fisicamente nelle grinfie di Farfarello e soci. In fondo fa ancora più paura, così come la pazzia fa più paura di una gamba rotta.

La posizione di Papa Ratzinger, espressa con fermezza in più occasioni nel 2008, quando ancora non si era dimesso, è adamantina: “L’Inferno esiste ed è eterno, anche se non ne parla quasi più nessuno” ha detto, rilanciando il luogo della dannazione eterna evocato da secoli dalla tradizione cristiana, declassato, però, negli ultimi tempi ad argomento di serie b nell’immaginario collettivo del popolo dei credenti.

Papa Francesco è stato più sottile ma altrettanto chiaro. Se poteva esserci qualche dubbio quando ha indotto Eugenio Scalfari a scrivere che l’ inferno non c’è più, ha chiarito bene i concetti nel 2016 quando ha ribadito che l’ inferno c’è ma non è il Dio di Misericordia a mandarci, ma il nostro rifiuto del bene.

Come ha detto l’esorcista cattolico Pedro Barrajon,

“gli angeli sono una creazione, cosi come gli angeli caduti e perciò anche l’inferno. Non è una auto creazione. L’ inferno non è un luogo, è uno stato. È lo stato nel quale i demoni possono essere loro stessi, uniti dall’ odio per Dio. È lo stato della negazione dell’amore. Dio è l’amore. L’inferno è l’anti amore, è l’odio. L’inferno è una rappresentazione della condizione di questi sentimenti. L’inferno è la condizione di odio eterno. E’ anche l’eterno rifiuto di accetare l’amore di Dio”.

La Chiesa è da 2 mila anni modello di centralismo democratico (Stalin lo apprese in seminario) e su certi temi fondamentali si può ragionare ma la linea è quella, coerente con il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica alla voce Inferno firmato da Ratzinger poco tempo dopo la sua elezione pontificia. L’Inferno “consiste nella dannazione eterna di quanti muoiono per libera scelta in peccato mortale” e “la pena principale dell’Inferno sta nella separazione eterna da Dio”. C’erano stati dei dubbi, alimentati da un grande teologo del ‘900, Urs Hans von Balthasar, il quale aveva teorizzato che “l’Inferno c’è, ma potrebbe anche essere vuoto” perché “la misericordia di Dio è infinita  “la misericordia di Dio è infinita come il suo perdono”.

Benedetto XVI, che di von Balthazar è amico e estimatore, si affrettò a rettificare:

“L’Inferno esiste ed è eterno, anche se non ne parla quasi più nessuno”.

Il luogo della dannazione eterna evocato da secoli dalla tradizione cristiana, come ha notato Orazio La Rocca su Repubblica, è stato declassato, negli ultimi tempi, ad argomento di serie b nell’immaginario collettivo del popolo dei credenti.

Anche un illustre gesuita, padre Giandomenico Minucci, ha provato a rilanciare la teori dell’ Inferno vuoto, ma subito la rivista dei gesuiti Civilità cattolica lo ha messo in riga.