Riaprono le scuole in tutta Italia. Attesa per la nuova maturità

Pubblicato il 15 Settembre 2014 - 06:05 OLTRE 6 MESI FA
Riaprono le scuole in tutta Italia. Attesa per la nuova maturità

Studenti. Da lunedì 14 settembre tutta Italia in classe

ROMA – Riaprono le scuole, si alza il sipario e quel che segue, iniziava una vecchia canzone goliardica I tempi sono cambiati, oggi i ragazzi camminano curvi sotto il peso di zainetti e libri il cui carico è inversamente proporzionale al livello di istruzione che la scuola in Italia impartisce.

Una volta bastava un elastico per tenere assieme i pochi libri necessari, i più chic andavano in classe con le pagine di volta in volta strappate. Ma i giovani studiavano meglio…e anche gli insegnanti erano più preparati.

Camilla Mozzetti sul Messaggero di Roma, ha tracciato il quadro che aspetta studenti e insegnanti alla vigilia di questo anno scolastico 2014 – 2015.

Dopo l’avvio ufficiale dell’anno scolastico 2014-2015, che si è aperto l’8 per gli studenti della provincia di Bolzano, seguiti il 10 da quelli della provincia di Trento e del Molise e l’11 da Valle d’Aosta e Abruzzo, lunedì 15 settembre 2014 tutti i 41.383 istituti scolastici italiani entreranno a regime.  Sono esattamente 8.832.009 gli studenti che tornano in classe. Tra questi, anche 210mila alunni con disabilità e 739mila stranieri. La fetta maggiore riguarderà le scuole elementari. 

Oltre 2 milioni e 500mila sono gli alunni che varcheranno la soglia delle 15.284 strutture primarie. Seguono gli studenti dei licei e degli istituti tecnico-professionali. Chiamati a rispondere «presente», infatti, ben 2 milioni 667mila studenti.
Numeri leggermente inferiori riguardano, poi, gli alunni delle scuole d’infanzia e quelli delle scuole superiori di primo grado: poco più di un milione nel primo caso e circa un milione 714mila gli studenti delle medie.
Per quanto riguarda le scelte più gettonate dagli studenti superiori, invece, in vetta alla classifica resistono ancora i licei scientifici che, quest’anno, conteranno su 428mila alunni.
Seguono gli istituti tecnologici con 466mila studenti e quelli professionali con 417mila alunni, di cui il 24% ha optato per l’indirizzo agricoltura, enogastronomia e ospitalità alberghiera con un aumento del 12% delle iscrizioni (+3.702 studenti) rispetto al precedente anno scolastico.
Le novità riguardanti il percorso didattico – dall’aumento di ore per la lingua inglese all’introduzione dell’economia nei licei – contemplate dal Piano scuola, entreranno in vigore solo dopo l’approvazione della riforma, ma molti istituti superiori potranno innovare l’insegnamento già da quest’anno.
Tra le novità che si apprestano a rivoluzionare il panorama scolastico, c’è, poi, anche l’esame di Stato. Il ministero dell’Istruzione ha già individuato la data.
Il prossimo 19 giugno avrà inizio la maturità.
L’esame dovrebbe cambiare, con un decreto mirato, in arrivo dal ministero nelle prossime settimane. Le parole chiave sembrano essere «snellimento» e «innovazione».
La prima prova d’italiano, stando agli annunci del ministro Stefania Giannini, potrebbe privarsi del tema storico con un’attenzione maggiore alla tipologia del saggio breve.
Le seconde prove dovrebbero restare inalterate, mentre quello che davvero potrebbe essere stravolto, è il famigerato «quizzone», la terza prova, scelta in maniera discrezionale dalle singole commissioni di esame, che non scendono mai, ogni anno, sotto le 12mila unità.
L’istituto Invalsi da mesi sta lavorando – su richiesta del Ministero –, a una prova «standardizzata» per le scuole superiori, divisa per categorie scolastiche ma univoca, a livello nazionale, per i quesiti da sottoporre agli studenti.
La dispersione scolastica è tutt’altro che un fenomeno marginale. Il rapporto presentato in audizione alla Camera dei deputati non più di tre mesi fa, che contava, dal 2009 al 2014, circa 167mila abbandoni scolastici, va acuendosi con i dati elaborati da Save the children e corroborati dalla fondazione Giovanni Agnelli.
Nel 2013 sono stati ben 110mila i giovani tra i 18 e i 24 anni che si sono fermati alla terza media e che si sono tagliati fuori da qualsiasi altro percorso formativo, con una percentuale più critica (19,4%) nelle regioni del Sud e un picco del 22,2% in Campania e del 16,4% in Calabria.