Devi iscriverti all’università? Ci pensano mamma, papà e nonno. Il 70% di matricole “bamboccione” guidate dai parenti

Pubblicato il 24 Agosto 2010 - 09:27 OLTRE 6 MESI FA

Hanno tutti o quasi il telefonino e quando vogliono sono rapidissimi ad usarlo. Quando vogliono, appunto. Se invece la telefonata è faticosa, per esempio la richiesta di informazioni per un corso universitario, ci pensano mamma e papà, quando non addirittura nonno e nonna. La “denuncia” arriva dalle università, soprattutto quelle milanesi: chi si occupa di informazioni e immatricolazioni racconta che più della metà di telefonate e domande di iscrizione vengano quasi sempre da genitori e nonni-

Dalla “Bicocca”, per esempio,  spiegano che 7 telefonate su 10 arrivano da genitori e nonni. Chiedono informazioni ma anche consigli.  C’è di più: tutte le università organizzano da anni le giornate di orientamento per guidare alla scelta della facoltà. E anche qui spopolano i genitori. Sia chiaro: non è solo colpa dei “bamboccioni”. Contribuiscono, e non poco, anche genitori apprensivi e invadenti.

Alla Bocconi, per arginare l’invasione dei “vecchietti” nel Campus si sono inventati una sorta di “pre-filtraggio”: un’incontro di un’ora e mezza, durante il giorno dell’0rientamento, dedicato proprio ai genitori e nonni. Si convogliano nell0 spazio dedicato sperando di rivederli “solo” a compimento studi.

Le domande dei genitori ansiosi, raccontano dal Cosp, entro per l’orientamento della Statale di Milano, sono le più disparate: da quelle “legittime” sul percorso di studi fino a quelle più stravaganti sulle scelte di fondo. Un caso tipico? Un ragazzo vuole iscriversi, per esempio, a filosofia. Il pragmatismo parentale preferirebbe una più spendibile ingegneria informatica. Dilemma tutto interno al nucleo familiare? Assolutamente no: il genitore apprensivo al parossismo chiama l’università e chiede consiglio per sbloccare la situazione.